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Aggiungo impressioni e sensazioni (del tutto personali ovviamente) dopo un po' di sperimentazione EAA
Su oggetti "stellari" specialmente ammassi aperti, le immagini ottenute in EAA dicono poco. A livello emozionale direi che l'impatto è basso anche perchè il rischio è quello di vedere "troppo" e il tutto si riduce a una fredda immagine piena di stelle e di poco interesse. Se la semplice visione di un bel campo stellare all'oculare a basso ingrandimento a al binocolo crea emozione qui siamo a zero o quasi. Anche sui globulari la visione all'oculare è "tridimensionale", quasi irreale una volta posti su immagine tutto questo svanisce anche se si vedono molte più stelle. Quindi fine dell'EAA? No se interessa ad esempio la morfologia delle galassie allora il discorso cambia. Dotarsi di un dobson di grandi dimensioni e andare, quelle rare volte che si può, il luoghi adatti è il minimo. E poi, tutti quei particolare che si trovano sui libri di famosi visualisti del passato dove si trovano? Mah a volte ho l'impressione che li abbiano visti solo loro.... Qui si apre un mondo, magari meno emozionante ma la le galassie in EAA appaiano per quello che sono e in pochi minuti sotto i tuoi occhi. Possiamo dire di averle veramente osservate non batuffoli con qualche particolare quando è possibile. Stesso per certe nebulose, ad esempio la Crescent con l'OIII si vede ma non è questa grande soddisfazione, in EAA appare in un paio di minuti per quello che è. Quindi sono belle le due cose: cercare di vederla ad occhio per quello che si può, ma anche ottenere più dettagli con lo stesso setup in EAA. Quindi concludendo: se un oggetto può essere osservato con soddisfazione in visuale l'EAA è inutile se si vuole ottenere più dettagli non vedo niente di male ad affiancarlo al visuale. EAA non toglie la voglia di fare visualismo, non fa diventare "balconari" questo è il mio pensiero magari un po' banale. Sintetizzando :EAA usare "quando serve" e "quanto basta" come si dice.. Edited by Andrea Dell'Immagine - 1/7/2023, 22:57 |