CITAZIONE (Marco'79 @ 16/10/2014, 09:47)
L'unico neo è quello che si fa agli astrofotografi. Mi sento un poco offeso
, essendo io ANCHE astrofotografo… (mi fa ridere definirmi così!
)
So bene che non faccio fotografie professionali (soprattutto le mie). Ma nemmeno osservazioni professionali!
Siamo amatori, astrofili non astronomi, e in quanto tale facciamo ciò che ci da gratificazione e piacere.
Ciao Marco, personalmente non ho niente contro l'astrofotografia, anzi, la ritengo una disciplina seria ed importante nella quale i risultati presuppongono studio ed applicazione costante, dove niente si improvvisa o viene lasciato al caso.
Ho qualcosa da dire su un "certo modo" di fare astrofotografia e di divulgarla, dove il fine ultimo sembra essere il freddo risultato elaborativo alla ricerca dell'ultimo pixel che dimostri in modo univoco la bravura del fotografo/programmatore il quale, grazie ad i suoi investimenti in quella serie di prodotti (che è sempre migliore di quell'altra), riesce a dimostrare dati alla mano che la sua corrente di pensiero è l'unica depositaria delle verità assolute in questo campo.
Quando sento parlare due dobsoniani e confrontarsi sulle loro osservazioni, percepisco prima di tutto le loro emozioni durante quella o quell'altra serata osservativa, capisco cosa hanno provato e cosa rappresenta prima di tutto nei loro cuori il perenne confronto dell'uomo con l'universo, al centro di tutto c'è la persona, l'uomo e la sua passione, la ricerca del proprio ruolo nella comprensione dell'infinito.
Quando sento parlare alcuni ( fortunatamente non tutti ) astrofotografi sento parlare prima di tutto di flat,dark,bias,pixel,frame,acquisizione,pose,campioni,artefatti,filtri,camere,software oltre a tutto il corredo strumentale ed alla fine, qualche parola sul soggetto fotografato, ma raramente sento parlare delle loro emozioni, sembra che tutto questo dispendio di energie sia finalizzato al: "guardate quanto sono bravo e quanto performa il mio strumento che è meglio del tuo..." che tristezza !
Le mie prime ( ed anche ultime ) fotografie le ho fatte che ero un ragazzo, negli anni ottanta, non esistevano i software ed il digitale, si fotografava su pellicola restando incollati all'oculare del telescopio guida per ore anche in pieno inverno, immobili e senza mai distogliere lo sguardo da una schifosissima stella sfocata al centro del crocicchio, pronti a correggere con la pulsantiera non appena si intravedeva un qualunque spostamento, e se sbagliavi qualcosa ricominciavi daccapo. Già allora la domanda più ricorrente era " ma chi me lo fa fare ? ", oggi il solo pensiero di passare le successive settimane dedicandomi all'elaborazione mi fa rabbrividire..
Certo, i tempi sono cambiati, oggi non si fa più "una foto a Giove " come facevo io, oggi si fa "Hi-res Planetario", sarà forse il nome che mi inquieta, ma io preferisco ancora il contatto diretto tra me e quei pochi fotoni che si sono fatti strada fino al mio specchio.
Ciò non toglie che la fotografia, se fatta con finalità scientifiche , è uno dei più potenti mezzi di esplorazione dell'universo, grazie alla quale i nostri orizzonti di conoscenza hanno potuto raggiungere i confini stessi dell'universo e del tempo, ci sono per fortuna astrofili che portano avanti questa disciplina con le giuste modalità, ed anche se non è fatta con finalità scientifiche, ben venga se l'approccio è quello che tu hai saggiamente scritto, la ricerca della gratificazione ed il piacere, in questo modo tutto torna alla sua dimensione reale, il fine non si confonde con il mezzo e la persona con la sua passione resta al centro di tutto.