Sabato sera mi trovavo al solito paesello nelle Marche. Giornata serena, trasparenza discreta, temperature ancora ottimali ed assenza di vento, seeing previsto (da Skippysky) molto buono. Decido di coinvolgere un amico del posto e partiamo alla volta del mio solito sito osservativo. Non è la solita sessione solitaria in cui mi vado a cercare gli
‘avanzi’ delle precedenti osservazioni. Parto con una carrellata degli oggetti più vistosi a stretto uso e consumo del mio amico, che non ha mai partecipato ad una sessione osservativa e si rivela estremamente curioso un po’ di tutto. Cominciamo con Saturno, recuperiamo le nebulose del Sagittario appena prima che spariscano dietro gli alberi, poi nebulose planetarie, ammassi aperti, globulari e infine galassie. Poco prima di chiudere tutto (perché ormai superato il tempo che ci eravamo dati per il rientro) buttiamo un’occhiata a Giove, ancora basso e tremolante. Una piacevole serata in compagnia, certamente, ma anche un ripasso, l’ennesimo, di oggetti già visti e stravisti.
Sto ripetendo cose già dette, è evidente, e tuttavia devo dar conto di questa impasse dalla quale non riesco a sbloccarmi. In estrema sintesi, temo di aver raggiunto i miei limiti strumentali. Il piano osservativo immaginato anni fa ha funzionato: ho buttato gli occhi sulla maggior parte degli oggetti deep-sky visibili dai cieli italiani. Questi oggetti producono gradi diversi di interesse: alcuni, più vistosi, offrono una visione gratificante in qualunque momento, pur risultando, alla lunga, ripetitivi. Altri, più deboli ed elusivi, risultano gratificanti solo in un’ottica che potremmo definire
‘di completismo’: la soddisfazione di averli
‘scavati fuori’ dai cieli mediocri di cui ci è dato disporre. A lungo andare, l’appagamento dato dall’individuazione dell’ennesimo
‘fiocchetto al limite della visibilità’, crolla drasticamente, lasciando il posto ad una sensazione di stanchezza e dejà-vu.
Per ragioni varie, sia logistiche che economiche, sono impossibilitato a salire di diametro e devo giocoforza tenermi l’onestissimo 12” che mi accompagna ormai da tre lustri. Il cielo, del suo, continua solo a peggiorare (sabato l’SQM-L non è salito al di sopra di 21,3), mentre ho realizzato di conoscere a memoria la posizione dei principali oggetti deep-sky (diverse dozzine), riuscendo a puntarli nel giro di pochi secondi con un semplice Red-dot. In conclusione sto raschiando il fondo del barile di questa
‘passione’ che pure, nell’arco di diversi decenni, mi ha regalato emozioni intense ed un contatto non mediato con l’Universo. L’idea di mollare tutto mi appare molto triste. Per contro quello che resta, quando finalmente riesco a superare la stanchezza di dovermi rimettere in macchina e raggiungere le montagne, è solo un’ombra della fascinazione originaria. Il miracolo emozionale, quando si ripete, è sempre più in una forma estremamente sbiadita.
Segue elenco degli oggetti osservati (che potrete già immaginare da voi).
Saturno (primo oggetto ad apparire), Albireo, Polaris, Gamma Andromedae (stelle doppie, aspettando il buio), M57, M27, M8, M17, M13, M92, Doppio Ammasso, M31+32+110, M33, Velo, M11, Helix, Giove.
P.s.: sono consapevole che un report di questo tipo suonerà ai più molto deludente, se non demotivante, ma mi sembra peggio non condividere nulla e alimentare il dubbio che abbia smesso del tutto...