Dobsoniani

Il mio Cile, report dall'eclissi del 2 luglio e dall'Atacama

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view post Posted on 21/8/2019, 11:31
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Lorenzo Burti

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Fine luglio 2018, vedo un post di Mars4ever in “Prossimi appuntamenti” che recita: “Manca ancora tanto ma io e gli amici reduci dalla fortunata spedizione in nord America siamo decisi a non perderci anche la prossima eclisse nell'emisfero opposto. . Inoltre il cielo che si trova in sud America a luglio in Luna nuova non ha bisogno di presentazioni per cui è un'ottima occasione per fare un viaggio che prenda due piccioni con una fava. A chi piacerebbe venire? Noi appena possibile ci prenoteremo delle stanze dentro la fascia della totalità nelle due notti a cavallo dell'evento”.
Rispondo immediatamente: “Io sono interessato. Mi fornisci un aggiornamento? Lorenzo Burti”. La prospettiva di un viaggio sotto i cieli più ambiti del mondo, organizzata da astrofili esperti anche di trasferte internazionali mi galvanizza e aderisco senza riserve.
Il programma è: partenza dall’Italia il 28 giugno, arrivo a Santiago il 29 mattina e trasferimento a La Serena, città dell’eclissi e noleggio auto. Il 3 luglio trasferimento aereo ad Antofagasta dove si noleggiano altre auto, si raggiunge San Pedro de Atacama dove ci si intrattiene fino al 7 luglio per osservazioni notturne ed esplorazioni diurne degli affascinanti dintorni. Il 7 si rientra ad Antofagasta, oppure si consegnano le auto a Calama, risparmiando un bel po’ di kilometri e si rientra a Santiago in aereo. Pernottamento in hotel vicino all’aeroporto per essere pronti la mattina dell’8 al volo per Madrid e poi gli aeroporti italiani di origine, la mattina del 9.
Il gruppo è composto da Marco (Mars4ever) e Liborio, Padova; Emmanuele, Milano; Carlo e Anna, Torino. Già il 15 settembre viene aperto un gruppo Whatsapp che rimarrà attivissimo tutto il periodo, con scambio di messaggi pluriquotidiani: abbiamo discusso e ridiscusso i più minimi dettagli! In quei giorni vengono anche acquistati i biglietti dei voli Madrid-Santiago tramite un’agenzia di Milano che il gruppo ha già utilizzato in passato e, naturalmente, i voli di collegamento dall’aeroporto italiano di origine, a Madrid. Marco e Liborio partiranno da Venezia, Emmanuele e il sottoscritto dalla Malpensa, Carlo e Anna da Torino. Il gruppo si costituirà poi all’aeroporto di Madrid. Data la quantità di attrezzatura è praticamente inevitabile aggiungere un secondo bagaglio da stiva. Il peso limite per valigia è di 23Kg. Io, che ho la delega ‘visuale’, di portare cioè il mio dob da 10” di cui tanto ho decanto su “Dobsoniani” i pregi per le osservazioni a Linosa, temporeggio. Fantastico sin da subito di un nuovo telaio, ultraleggero e ultrasmontabile, che ci stia in metà valigia, lasciando spazio e Kg sufficienti per il vestiario.
Contestualmente vengono prenotati gli alloggi a La Serena, la città dell’eclissi, per mettersi al riparo dal rischio che l’afflusso di astrofili saturi il mercato. Due appartamenti in un centro residenziale accanto alla spiaggia. A fine ottobre viene aperta una cartella comune su Google Drive.
Tra fine ottobre e la prima metà di novembre si acquistano i voli interni, si prenotano gli altri alloggi e le auto a noleggio.
Una linea aerea Cilena low-cost, la Sky Airline, offre anche condizioni per il bagaglio veramente attraenti: pochi dollari per il secondo bagaglio da stiva (11 dollari US!); bagaglio in cabina fino a 20Kg. Acquistiamo i biglietti direttamente su Internet. Vengono prenotate le vetture, non senza aver misurato i bagagliai, sì, abbiamo misurato i bagagliai di vetture analoghe nelle rispettive concessionarie qui da noi! Due Suv Hyundai Gran Santa Fe o equivalenti. Nel frattempo arriva un messaggio da Sky Airline che hanno sdoppiato il volo La Serena-Antofagasta e tre di noi sono sul secondo volo, un’ora più tardi. Si decide di pernottare ad Antofagasta il 3 per non viaggiare di notte verso San Pedro. Occorre quindi spostare di un giorno la prenotazione a San Pedro, cosa semplice, e allo stesso tempo no. La struttura risponde alle mail con molto ritardo. Telefono a Booking che pure non riesce a contattare la struttura. Alla fine tutto si sistema…. Cito questo per evidenziare che gli imprevisti sono la regola e quindi bisogna armarsi sia di attivismo che di pazienza.
Nel frattempo io mi dedico al mio progetto di riuscire a viaggiare con un solo bagaglio da stiva. Parto dalle norme delle compagnie sul bagaglio: bagaglio da stiva: somma dei lati cm158, peso massimo Kg23; bagaglio da cabina 56x45x25 (Iberia), peso massimo non specificato; ulteriore bagaglio personale (tipo computer) sotto il sedile anteriore: 40x30x15; per la Sky stesse condizioni per il bagaglio da stiva; bagaglio da cabina 55x35x25, perso massimo 20Kg(!).
La mia Samsonite pesa ben 4Kg e 300g e per la sua forma limita la capienza interna. Metto mano al portafoglio e acquisto una valigia di ultima generazione da 3Kg, un parallelepipedo perfetto con divisore esattamente a metà (una per il dob, l’altra per indumenti ed effetti personali) e ha quattro comodissime ruote. Per la cabina acquisto una borsa 55x35x35, floscia, che consente di adattarsi alle misure imposte, dotata di spallacci per fungere da zaino; pesa 1Kg. Per il computer userò il solito zainetto di tessuto sottilissimo.
Ineludibile è l’abbigliamento per le osservazioni notturne: la temperatura prevista è attorno allo zero, grado più, grado meno. Devo rinunciare ai Moon Boot, troppo voluminosi, anche stipandoli di altri effetti. Acquisto un paio di scarponcini da trekking invernali un paio di misure superiori per poter indossare doppi calzettoni termici. Nonostante ciò lo spazio residuo è limitato: devo assolutamente tenere indumenti e biancheria ai limiti minimi. Mi tuffo alla Decathlon e acquisto biancheria tecnica antitraspirante, due paille sottili da usare al posto di camicia o polo, un paio di pantaloni da trekking invernali. Apro un file Excel ed annoto puntualmente voce per voce con il rispettivo peso. Parte degli indumenti andrà nella borsa da cabina in quanto, per il caldo che fa qui, devo partire leggerissimo e cambiarmi in aereo. E anche trousse da toilette, parte delle medicine (da medico ipocondriaco, qual sono, porto un set compatto, ma abbastanza completo, di farmaci per i comuni malanni di viaggio), documenti, la guida del Cile, binocolo e gli oculari più pregiati.
Alla luce del peso così totalizzato risulta che il dob deve: 1) pesare massimo 9Kg completo di ottiche; 2) avere cassa del primario e bascula completamente smontabili in listelli e fiancatine minimali; 3) ogni asta del traliccio deve essere divisa in due: essendo la culla molto bassa, le aste risultano di 90cm e più. Il mio artigiano di fiducia è impegnato a costruire un telaio più snello per il mio 50. Così chiedo la collaborazione di un anziano artigiano, Adriano, che ha un laboratorio in garage, di grande esperienza, un mago del legno, ma non dell’hobbistica. Non ha apparecchiature di precisione, neanche un trapano a colonna, ma la precisione è nell’occhio e nella mano. Il suo motto è: “Facile!”. Ammetto che è stata dura, ma ho imparato molte cose. Scriverò un report apposito sulla progettazione e la realizzazione di “Fidodob-Cile”. Per ora alcuni dettagli di massima. Ho progettato i pezzi alla vecchia maniera, su carta millimetrata.
laboratorio_Adriano_xs
In primissimo piano i cerchi in altezza di “Smalldob”
http://www.trekportal.it/coelestis/showthr...8668#post178668
che ho utilizzato in quanto già disponibili, ben costruiti, e piegabili a metà. Per il traliccio, ho visto alla Auchan dei tubi in alluminio da 10 e 12mm di diametro esterno, spessore 1mm, che entravano l’uno nell’altro in maniera telescopica. Troppo sottili, però, e non disponibili lì diametri superiori. Ho quindi ordinato delle barre di tubo d’alluminio presso la ditta da cui mi servo, nei diametri esterni di 15 e 13mm. Tagliati a misura, a costo irrisorio, vado a prenderli, ma scopro con raccapriccio che non entrano l’uno nell’altro! Questo costituirà il principale problema pratico. Si dovrà alesare ciascun diametro interno dei tubi da 15 e scartavetrare l’esterno di quelli da 13 per una estensione di sovrapposizione di 20cm. Un lavoraccio. Ma alla fine, mi ritrovo con aste di cui posso variare la lunghezza senza dovermi quindi preoccupare di tagliarle a misura rigorosa in base alla lunghezza focale. Come fissare le due estremità? “Facile!”, con del nastro in carta da pittore!
Per montare cassa del primario e bascula semplici viti a legno: Adriano ne ha di tutti i tipi e passi. Reggono bene montaggio e smontaggio e nel caso di spanatura, basta uno stuzzicadenti! Superleggero anche il disco in azimut: un triangolo di faesite ai cui angoli sono disposti, da un lato i tasselli di teflon, dall’altro, in corrispondenza precisa, i piedini. Sotto i piedini un tassello di gomma che riduce a 3 secondi le oscillazioni dopo un movimento o la messa a fuoco
La gabbia del secondario è una fetta alta 10cm tagliata da un tubo di cartone da gettata di cemento (il famoso Sonotube degli Americani) Spello uno strato interno e uno esterno di cartone per alleggerirla; alla fine, verniciata di nero, pesa 300g.
Scarto il focheggiatore originale in plastica, ma pesante più di 200g. Prelevo dal mio Borg 60mm il focheggiatore elicoidale da 2” che pesa solo 50g.
focheggiatore
Ha una corsa di soli 10mm, ma tanto porterò i Televue Plossl 32mm, 25, 20 e Nagler da 1 e ¼ 13mm, 9 e 3-6, tutti parfocali. I portaoculari Borg, sia da 2” che da 1 e ¼ vanificherebbero con il loro peso la leggerezza del focheggiatore, quindi preparo un riduttore arrotolando e incollando del cartoncino che funziona a meraviglia. Siccome il focheggiatore è posizionato a 45° rispetto l’orizzontale, non serve vite di ritegno. L’oculare da 2” batte direttamente sul focheggiatore e rimane in posizione per la stessa ragione. Porto anche degli O ring in gomma da 2” e 1 e ¼ per allungare di colpo la corsa. Se ne serve meno, basta infilare più dentro i tubi, un’operazione che però richiede più tempo.
Ed eccomi qua, con il tele pronto per una pubblica in piazza Bra a Verona:
fidodoblight_Bra_20190612_xs
In versione “Cilena”Pesa 8Kg e 700g, ottiche incluse, Meade Starfinder. Dalla fabbrica era uscito così:
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Peso: 28Kg
In versione Linosa è così:
fidodob_linosa_recente
Peso 15,6Kg.
Inserisco in valigia tutti gli articoli da portare con la lista dettagliata da spuntare mano-mano. Telescopio smontato in una metà; indumenti, medicine, beauty etc., nell’altra. Ci sta tutto! Totale 23Kg. Si parte con una valigia sola!
Nel frattempo prosegue intensissimo lo scambio WhatsApp (alla fine ci siamo scambiati più di 2000 messaggi!). Naturalmente uno degli argomenti principali è il sito dove osservare l’eclissi che ci coinvolge intensamente ed a lungo e troverà una soluzione decisionale poi, finalmente, in visitando i siti papabili in loco.
Altri punti riguardano le possibilità di visita ai grandi osservatori, e ai piccoli osservatori, ma dotati di strumenti visuali di un certo diametro, tra i 40 e i 70cm. Saturazione da parte di gruppi confluiti per l’eclissi, costi in qualche caso fuori scala, non si capisce perché, incomprensioni e lungaggini inconcludenti con più di una agenzia, ci fanno desistere.
Negli ultimi giorni prima della partenza i messaggi vertono su stato delle strade, foschie dall’oceano, script, segnali di posizionamento del treppiede (“Avete idee per segnare le posizioni del treppiede per recuperare lo stazionamento? Farebbero comodo degli stuzzicadenti lunghi per cocktail pitturati di nero ma non li ho”) etc. diventano frenetici. Pur essendo quello minimamente preparato sull’eclissi ho un mio momento di gloria quando suggerisco sp timesync per l’ora esatta scandita al secondo… e sono gli ultimi messaggi perché il 28 si parte…
[continua]
 
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rendiamo grazie a herschel

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Beh, allora aspettiamo il resto e, soprattutto, il topic relativo al fidoDob :D
 
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view post Posted on 21/8/2019, 11:56
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Lorenzo Burti

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Alla Malpensa mi incontro con Emmanuele. Non ci siamo mai visti prima, ma il riconoscimento e gli abbracci sono immediati. Il volo per Madrid non ha storia ed arriva puntualissimo. Andiamo subito al terminal dei voli intercontinentali e lì avviene il gioioso ricongiungimento di tutti, che per me sono totalmente nuovi: Carlo, Anna, Liborio e Marco si uniscono a me e Emmanuele. Solo Marco ho incontrato precedentemente, ma in notti osservative di anni fa, mai visto in faccia. Si festeggia con robusti paninazzi al Pata Negra e viene l’ora dell’imbarco.
Sull’Airbus A340 siamo sparpagliati. Consumato il pasto , indosso le calze elastiche, mi infilo una giusta dose di eparina sottocute in pancia a titolo preventivo (ho già sofferto in passato di trombosi alle vene del polpaccio) e assumo una leggera dose di sonnifero. Passo a salutare i compagni e mi metto a dormire, riuscendo a rimanerci per buona parte delle tredici ore del viaggio. Pensierino della sera: non vi è occasione migliore di una passeggiata lungo i corridoi di un aereo per rendersi conto, grazie alla moltiplicazione musiva operata dagli schermi su ogni schienale, della demenzialità, con deleteri effetti sulla psiche collettiva, che ci viene propinata attraverso i film holliwoodiani!
Un paio d’ore prima dell’arrivo mi sveglio, faccio la barba e mi rinfresco un po’, indosso i pantaloni invernali e il paille. A Santiago atterrano quasi contemporaneamente due altri jumbo jet come il nostro e c’è un po’ di coda ma i controlli di frontiera avvengono abbastanza celermente. Ritiriamo i bagagli. e basta salire al 3° piano per i voli interni e in perfetto orario ci imbarchiamo. Il tempo a Santiago è freddo e nuvoloso, non si vede l’Aconcagua. Ma dopo una mezz’ora di volo c’è sereno dappertutto, terreno brullo e poi francamente desertico, sullo sfondo le Ande devo dire ‘tristemente’ spoglie di neve, come è da attendersi a queste latitudini. Stiamo volando tra i 33° di latitudine sud di Santiago e i 29 di La Serena. Sorvoliamo più di una enorme miniera a cielo aperto di rame: impressionanti. All’arrivo il tempo è splendido, la temperatura perfetta, una brezza deliziosa.
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Si noleggiano le auto, comode, nuove e si scende in città. I nostri alloggi sono nel complesso residenziale recente nella baia di La Serena. Carlo, Anna e Liborio in una palazzina di cinque piani proprio sulla litoranea, io, Emmanuele e Marco in un appartamento al 15° piano di torri disposte a raggiera, poco più in là.
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Le trovo abbastanza conturbanti: stanno devastando a scopo turistico una baia bellissima sull’oceano. Bellissima, ma esposta ai terremoti, come avvertono i cartelli poco rassicuranti a fianco di ogni ingresso di palazzo: “In caso di Tsunami, salire ai piani superiori….”
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Lì sciamiamo a prendere un sandwich nel localino che si intravvede sulla sinistra, che si rivela in serata ottimo ristorante di pesce. Nel frattempo ho modo di assistere al più bel raggio verde della mia vita (a pari merito, devo ammettere, con uno osservato dalla terrazza dell’aeroporto di Palermo una giornata molto ventosa). Il mattino dopo, smaltito almeno in parte il viaggio, partiamo ad ispezionare il primo sito della lista: La Higuera, un villaggio poco più a nord, al centro spaccato della fascia di totalità, non molto lontano dalla costa, però, quindi non al sicuro da foschie dell’oceano, e non molto elevato. Lì sono in grande agitazione, stanno creando una grande spianata con i bulldozer, hanno installato decine di toilette chimiche, camion cisterna sono già in posizione per bagnare il terreno ed evitare polvere. Incontriamo anche il sindaco, attivissimo: si aspettano centinaia di appassionati. Restiamo dubbiosi, rientriamo a La Serena, mangiamo qualcosa e poi ci mettiamo in moto per visitare il sito all’interno, posto a 1300m. Prendiamo la strada per Vicuña per alcuni kilometri, poi prendiamo una strada sterrata a sinistra che si infila in una stretta valle. Passiamo una miniera e la strada inizia a salire e diventa sempre più stretta. Altri hanno avuto la nostra stessa idea e ci fanno temere che anche qui ci possa essere affollamento. Ad un certo punto la strada spiana e ci troviamo davanti un immenso altopiano ondulato, completamente brullo. Siamo arrivati, c’è un camper e più avanti addirittura un accampamento (si vedono le tendo in fondo, al centro della foto seguente), posizionato su di un largo spiazzo peraltro eccellente come postazione. Ma è un accampamento stranissimo, ci lascia veramente stralunati: è in vero stile hippie anni ’70 con musica dello stesso genere. Una coppia, di guardia alla stradina di accesso, che sembra uscita or ora da Easy Rider, ci informa che è un raduno cultural-musicale per il quale si deve anche pagare.
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Torniamo un poco indietro, presso il camper: il terreno è in piano, discosto dalla strada al riparo dalla polvere di auto di passaggio, e decidiamo di optare per questo. Intanto cala il buio e compare la meraviglia del cielo australe: il centro galattico, imperiale, disturbato dalla presenza di Giove, le Nubi di Magellano, con un SQM fuori via lattea di 21:70.
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[foto di Marco Cardin]
Rimango mesmerizzato da tanto splendore, tiro fuori il 10x30 e inizio a spazzolare il cielo. I compagni intanto montano i treppiedi per metterli in stazione e lasciare dei segni di repere per riposizionarli l’indomani. Imparo anch’io a trovare celermente Sigma Octantis, con grande soddisfazione! Finito il posizionamento dei segni di repere ci accingiamo al non breve viaggio di rientro. Il giorno dopo si fanno le spese alimentari per la lunga giornata che ci attende l’indomani. Il progetto è di partire a notte fonda, per limitare il rischio di trovarsi in coda, arrivare su ancora col buio e verificare lo stazionamento. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma c’è ancora una fronda che sostiene l’alternativa di non spostarsi affatto, rimanere sulla spiaggia stessa di La Serena visto che le due giornate trascorse sono state limpidissime, il meteo è eccellente, e lo sfondo delle riprese con la spiaggia e l’oceano risulta certamente più accattivante del brullo paesaggio dell’altopiano che abbiamo visitato. Briefing vivace: la scelta va per l’altopiano; partenza alle due del mattino.
La lunga salita si svolge senza intoppi. Sì, ci sono altre auto sulla strada, ma non una folla. Si arriva su ancora con il buio pesto, si ritrova la postazione, ci si accampa, si posizionano gli strumenti. Io che non ho preparativi da fare mi godo lo stupendo cielo delle ultime ore della notte. Ed è subito mattino, livido come tutti i mattini, e il posto desolato, ma giusto per noi…
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La giornata è lunga, ma i compagni fotografi non smettono di controllare i loro strumenti. Siamo accanto ad un gruppetto di giovani simpatici accampati sì per l’eclissi, ma anche per stare insieme a suonare la chitarra e… passare il tempo di vacanza. In fondo si intrasente la musica del campo hippie. Io mi impegno a scalare un’arida collinetta sulla quale spunta un’antenna. Lì ci sarebbe segnale, mi dice una guardia territoriale che passa ad esigere una minima tassa per occupazione di suolo pubblico. Voglio telefonare a casa e al tempo stesso fare un po’ di esercizio. La salita dura una quarantina di minuti, ma ne valeva la pena. Lassù, dove peraltro si sono installati degli astrofili, anche dei giapponesi, la vista è a 360° e si intravvede l’oceano in fondo. Sceso giù, mi unisco all’attesa generale.
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[continua]

Edited by lburti - 22/8/2019, 16:25
 
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view post Posted on 21/8/2019, 19:34
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Lorenzo Burti

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Ci siamo quasi…
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Le ombre volanti!
https://drive.google.com/file/d/1Rux1W56t_...iew?usp=sharing
Totalità!
Marco_in_totale_IMG-20190704-WA0005
[foto di Marco Cardin]
Potete immaginare il fermento nel gruppo, l’eccitazione per le riprese riuscite, qualche disappunto per qualcuna non riuscita. E poi si avvicina il tramonto e si smonta. Si parte che è già buio, per la lunga discesa e, una volta arrivati alla strada asfaltata, una lunga e lenta coda di quelli che sono andati ad osservare nella zona di Vicuña e adesso rientrano a La Serena. Arriviamo tardi e stremati e crolliamo a letto anche perché l’indomani, noi alle 13:00, l’altro gruppo alle 14:35, abbiamo l’aereo per Antofagasta e bisogna fare i bagagli, operazione non banale per tutti eccetto il sottoscritto, data la poderosa attrezzatura astrofotografica.
Il terreno sorvolato è deserto assoluto, interrotto solo dagli scavi delle miniere di rame a cielo aperto. Una desolazione totale, incredibile. Ad Antofagasta attendiamo l’altro gruppo, poi le operazione di noleggio delle due nuove auto, così si arriva al tardo pomeriggio, con cielo coperto. La famosa Portada, un arco naturale di sublime bellezza è ad un passo dall’aeroporto ed è la nostra prima tappa, dove i fotografi si scatenano…
550px-MonumentoNaturalLaPortada
Poi andiamo all’hotel, dignitoso comodo e accogliente, proprio sull’oceano. Mentre faccio una doccia e mi preparo per la cena lascio aperta la finestra per sentire lo sciabordio delle onde e far entrare la brezza del Pacifico. Ceniamo nell’hotel stesso, e poi a nanna.
L’indomani si parte per San Pedro de Atacama, sulla Ruta 25, un’ampia strada, in parte a due carreggiate. Si è subito nel deserto
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immersi in un traffico nel quale si muovono enormi macchine per il movimento terra…
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Facciamo una lunga sosta a Calama, chi deve andare in banca, chi fare spesa. Ancora novanta chilometri di progressiva salita, non ci si accorge praticamente, di arrivare a 2.500m di quota, per arrivare a San Pedro, ed un ultimo tratto di creste e canyon dirupati, meravigliosi e impressionanti, che ci preannunciano gli splendori selvaggi che la natura ci tiene in serbo qui
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San Pedro è un’oasi ancora piuttosto selvatica, anche se ben turisticizzata, nell’immensa piana salata ai piedi dei possenti vulcani della regione. Le vie del villaggio sono ancora in terra battuta, i negozi come quelli dei paesi del terzo mondo, con le dovute eccezioni. Arriviamo rapidamente al nostro alloggio, l’Hostal Montepardo, molto carino, anche se rustico e, preso possesso delle nostre camere, disfiamo i bagagli.
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Io mi metto di lena a montare il dob dato che stanotte si esce per una osservazione prolungata, operazione non banale dato che è smontato fino ai minimi dettagli. L’allenamento a casa dà i suoi frutti, e non impiego più del previsto. Cena e poi fuori con Emmanuele e Marco, loro con l’attrezzatura fotografica. Sì, è buio, ma luci qua e là, forse di abitazione fuori dell’abitato, più probabile di cantieri, ci sono. Non hanno alcun peso per l’economia generale, ovviamente, ma inducono a pensare, con l’aumento del turismo quanto rimarrà un’oasi anche questa fetta sperduta di mondo? Incontriamo lungo una stradina laterale che si addentra nel deserto un gruppetto di astrofili, andiamo oltre e parcheggiamo nel nulla. Il fondo è come di fango secco a grumi, scomodo, veramente. Ma lo spettacolo è sublime!
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[foto di Marco Cardin]
Notare la luminosità e l’estensione della luce zodiacale! E la nebulosa oscura del cavallino perfettamente delineata sul centro galattico:
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[foto di Marco Cardin]
Visualmente ci tuffiamo ad osservare la Tarantula nebula prima che tramonti la Grande Nube di Magellano. Poi passiamo al campo della Croce e della Carena, e poi a quello del Centauro, ovviamente
Crux e Carina
Ho osservato questi oggetti in precedenza con un 60ino dalle Maldive:
https://dobsoniani.forumfree.it/?t=75435274
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Proiezione azimutale alle ore 22:00 circa
Crux: NGC 4755, il lo “Scrigno dei Gioielli” accanto a Beta Crucis, tanto decantato, non mi ha molto impressionato neanche al 10” (l’avevo osservato in un sessantino dalle Maldive)

Carina: strabiliante, invece, NGC 3532, il Pozzo dei desideri. Se nel 60ino sotto un cielo modesto era già un gioiello, qui è un trionfo indimenticabile! C’è da perdersi nella marea sterminata di stelle che traboccano dal campo del 32mm.
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[foto ESO]
La Nebulosa di Eta Carinae corrisponde alle attese. Attorno alla nebulosa oscura che a me sembra una croce a Tau è avvolta da una splendida nebulosa ben visibile senza nessun filtro. Ricorda la Trifida (per la nebulosa oscura al centro che la tripartisce), ma una Trifida che ha preso le vitamine! Montato il Nagler 3-6, Marco mi mostra la nebulosa oscura “Keyhole, Buco della serratura”.
carina_nebula_0
Carina Nebula DSS-1 30’x30’
Molto belli l’Ammasso delle Perle (NGC3766) e le Pleadi del Sud (IC2602); e NGC 3293, l’Ammasso delle Gemme, appena a destra della Carena Nebula. Merita anche ancora più a destra IC 2581 che adorna la SAO238077 di mag 4,5.
Sull’altra direttrice, che parte dal Pozzo dei Desideri e va verso Sud, oltre l’Ammasso delle Perle, la “Nebulosa della Gallina che Corre” (IC 2944): nel campo necessariamente più ristretto del 10” rispetto iil 60ino, riesco a cogliere solo la nebulosità diffusa senza poterne individuare la forma articolata che ha ispirato il suo nomignolo.
Mi ero messo in lista altri oggetti, minori e più difficili, ma lo spettacolo è tale che non mi sento di “perdere tempo” a cercare. Imbraccio spesso il 10x30 per spazzolare la via lattea.
Centaurus: Omega Centauri è visibile ad occhio nudo, al 10”, a 100x è un mostro di grandiosità e bellezza dal quale si fa fatica a staccarsi. Centaurus A è già visibile al 10x30. Nel 10” si presenta con i tratti che lo rendono inconfondibile nelle foto: l'esaltazione caricatura di PacMan! Notevole.

Scorpione: non vedo l’ora di cimentarmi sotto questi cieli con gli ossi duri di Linosa, mi riferisco a Ton 1 e Ton 2, globulari individuati dall’astronomo Tonatzilla che, anno dopo anno cerco a Linosa, con risultati altalenanti, sempre, comunque, incerti. Anche qui, lo ammetto, le cose non migliorano, anche se sono più propenso al sì, almeno per Ton 1, che al no. Un’altra prova di confronto è Barnard 72, la Snake Nebula. Ho mandato a memoria la posizione rispetto le stelle di campo. Grazie alla ricchezza della via lattea sopra la quale si staglia, qui all’oculare la Snake è ben più articolata di quanto non sia riuscito a definirla a Linosa. Si vede l’ansa panciuta ben posizionata rispetto a SAO 185357 e SAO 185361 e se ne intuiscono anche parte dei prolungamenti serpeggianti…
Hydra: M83. Alta nel cielo com’è trovarla è un giochetto. Basta puntare con il pointer al vertice di un triangolo isoscele con base sulla pi e sulla gamma dell’Idra ed eccola lì, giusta nell’oculare.
Visualmente la barra è evidente e le spirali nel 10” si intuiscono.
Col progredire della notte, le due Nubi si rialzano. Mi impressiona molto la Piccola, dominata da 47 Tucanae che secondo me è più affasciante di Omega Centauri, per la concentrazione centrale e l’alone digradante che lo delineano come il prototipo del “globulare”. Eccolo nella foto di Marco, assieme alla Piccola Nube di Magellano nella quale spiccano NGC 346 e NGC 371, più periferico, due splendidi ammassi con nebula. Intuibile nella foto, ancora più centralmente, il globulare NGC 330 (e la stria di una meteora).
Piccol_Nube_e_47_sIMG-20190705-WA0005
Sotto la guida di Marco imparo a districarmi tra Mosca e Camaleonte che sta per saltarle addosso, Tucano, Gru, Pavone, Fenice, Pesce Austrino, Idra Maschio, Scultore (con un’occhiata alla 253). Insomma una scorpacciata dei tesori del sud. Sbaracchiamo ch’è quasi mattina.
La mattinata riposo per i nostri Atacamanauti visualisti mentre l’altro gruppo va in escursione alla valle della Morte. Nel tardo pomeriggio tutti alla valle della Luna e poi a contemplare il tramonto sulla grande spianata circondata dai vulcani che pullulano in questa regione…
valle_della_luna_xs

tramonto_xs

La notte il nostro gruppetto è di nuovo fuori ad osservare, ma non tiriamo mattina, però, questa volta…
Il giorno dopo escursione alle lagune dei fenicotteri e poi su a 4.300m ad ammirare i laghetti alla base dei vulcani dopo aver attraversato il Tropico del Capricorno dove facciamo foto ricordo.

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Lungo la strada vediamo volpi e Alpaca.
Un tramonto spettacolare ci sorprende mentre attraversiamo il villaggio di Toconao…

tramonto__2__xs_0

… Ci fermiamo sul bordo della strada, Emmanuele e Marco si precipitano fuori a fotografare, io rimango in macchina. Sull’altro bordo della strada scende una persona paraplegica in sella ad una motoretta elettrica per handicappati così piccola, ma così piccola e misera come non ho mai visto. Alla nostra altezza attraversa e si dirige verso la macchina fermandosi alla distanza sufficiente per non essere in mezzo alla strada, si ferma, lo sguardo rivolto davanti a sé, fissa nel vuoto e attende. Mi chiedo se voglia qualcosa, magari l’elemosina, ma non succede nulla di ciò, ad un certo punto tira fuori da un sacchetto appeso al manubrio una ciambella, e inizia a sbocconcellarla tranquillo… Ritornano Marco ed Emmanuele e anche loro si chiedono che cosa desideri. Partiamo, mi giro per vedere cosa fa e vedo che mette in moto ed imbocca un viottolo che noi ostruivamo senza averlo notato, che porta alla sua misera baracca. Ha atteso con calma per poter rientrare in casa. Ecco, questo è uno dei ricordi incantati del Cile che mi porto a casa, assieme alle meraviglie del cielo e della terra.
La mattina dopo sveglia alle cinque per escursione organizzata ai geyser; rientro a mezzogiorno; alle quattordici pronti in macchina, Calama, consegna delle auto, volo Sky Airline delle 17:55, quello posticipato, arrivo a Santiago dove fa freddo e piovvigina, in shuttle per il breve tratto all’hotel dove rimediamo una cena tardiva, a nanna, sveglia presto, all’aeroporto per l’imbarco sul volo transatlantico che non ha storia se non il mosaico di orrendi film americani, pasto e spuntino senza gloria. A Madrid siamo abbastanza cotti e i saluti non sono così entusiastici e calorosi come all’andata. Le rispettive strade si dividono dopo un'avventura bellissima.

Edited by lburti - 23/8/2019, 15:02
 
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view post Posted on 22/8/2019, 09:50
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Spiral galaxy

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Stupendo racconto! grazie per averlo condiviso.
L'osservazione del cielo australe, con l'aggiunta dell'eclisse di sole, da quelle località deve essere un'esperienza davvero travolgente !
 
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view post Posted on 22/8/2019, 10:20
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rendiamo grazie a herschel

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Ahhhhhhhhhh (sospiro...)

Grazie per aver condiviso, Lorenzo.

Mi spiace che abbia dovuto aver a che fare con quel brutto ceffo di Emmanuele (che spero ci legga) :D
 
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view post Posted on 22/8/2019, 11:29
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Spiral galaxy

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Senza parole :wub:
 
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view post Posted on 22/8/2019, 13:21
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Bright nebula

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Da brivido!Complimenti!
 
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view post Posted on 23/8/2019, 13:34

Bright nebula

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Bel racconto e belle fotografie! Grazie

Se siete sopravvissuti una settimana con Emmanuele allora potete intraprendere il viaggio anche su Marte.

Alessandro
 
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view post Posted on 23/8/2019, 15:00
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Dwarf galaxy

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CITAZIONE (agambaros @ 23/8/2019, 14:34) 
Se siete sopravvissuti una settimana con Emmanuele

Tasi va! :D
Poi sono 12 gg.
E non ti ha detto dell'aeroporto di Madrid all'andata.... :rolleyes:
 
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view post Posted on 23/8/2019, 15:54
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Lorenzo Burti

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Le battutine sono gustose come l'aceto balsamico dove ci vuole... Io per parte mia, tra l'altro nuovo al gruppo, con grande piacere posso affermare che è stato un gruppo organizzatissimo (nulla è stato lasciato al caso, tant'è che tutto è filato in maniera perfetta) affiatatissimo, molto piacevole. Sono stato scarrozzato per mezzo mondo e ho visto tutto quello che mi aspettavo di vedere, anzi, molto di più. Lorenzo

Edited by lburti - 23/8/2019, 18:23
 
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view post Posted on 27/8/2019, 06:00
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Open cluster

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Urka che avventura. Grazie mille per averla condivisa e complimenti per l'energia visto lo strapazzo che un'esperienza del genere comporta.
Mi ha stupito anche l'impegno nel rimaneggiare il travel dob fino a renderlo minimale e del peso pari a 1/4 dell'originale starfinder, paragonabile a quello di un rifrattore di 12 cm.
Da quelle parti si potrebbero far soldi noleggiando strumenti e sicuramente qualcuno ci avrà già pensato.
A parte l'accessibilità da Linosa di molti gioielli australi (a cominciare dalle nubi e da 47 Tuc) e la ovvia diversità di altezza sull'orizzonte (omegs cen ad es.) mi par di capire comunque che il cielo dell'isola mediterranea pur con la maggior estinzione del livello del mate non sfiguri.
 
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view post Posted on 28/8/2019, 15:01
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Lorenzo Burti

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...infatti. Mi piacerebbe che qualche ingegnere discutesse logaritmi alla mano l'effetto finale che ha sull'osservazione di oggetti deep sky da un lato l'estinzione atmosferica a livello mare e la umidità (al rientro da Linosa, siamo usciti dalla foschia a 6000 metri di quota), e l'"inquinamento" della luce stellare all'Atacama, Tivoli etc. Lorenzo
 
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view post Posted on 28/8/2019, 15:23
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Spiral galaxy

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https://dobsoniani.forumfree.it/?t=62951163

Qua le foto son sparite però :-(
 
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view post Posted on 28/8/2019, 15:42
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rendiamo grazie a herschel

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Le stanno rimuovendo, probabilmente, in ordine di data di inserimento.
 
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