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| Azzardo una considerazione: il problema vero non è né il "silicio" né l'astrofotografia in sé, né il visuale elettronicamente assistito, poi ognuno fa quello che può o che preferisce. Il vero problema, qui come in molti altri ambiti, sono le reti sociali e le vetrine mediatiche varie. Se uno prova piacere e soddisfazione nell'osservare visualmente un oggetto celeste, lo fa e basta (al massimo pubblica qui un report). Se uno prova soddisfazione nel guardare a schermo lo stesso oggetto in diretta lo fa e basta (al massimo pubblica una foto dell'osservazione nel luogo adeguato). Se uno prova piacere a smanettare con telescopio e cavi ecc, lasciare il telescopio per ore o giorni mentre fa altro e poi mettersi al PC a creare la sua propria interpretazione dei dati raccolti, lo fa e basta. Il problema è che poi ci sono miliardi e miliardi di pubblicazioni delle stesse cose. È come se ciascuno di noi pubblicasse i suoi report osservativi qui, su facebook, su Twitter, nel suo blog personale e chi più ne ha più ne metta. Anche i report osservativi sono"sempre le stesse cose", ma ciascuno lo fa a modo proprio e fa sempre piacere leggere l'esperienza personale di altri, ispira e da nuove informazioni. C'è chi parla dello star hopping che ha fatto, chi descrive minuziosamente gli oggetti, chi descrive le proprie sensazioni, chi paragona l'osservazione dei stesso oggetto su diversi telescopi e con diversi oculari ecc... La differenza è che non siamo bombardati di report in tutti i media, ma solo lì dove andiamo a cercarli.
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