Dobsoniani

Posts written by GiulioTi

view post Posted: 7/9/2022, 15:05 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (Francescod93 @ 7/9/2022, 15:05) 
Buongiorno. Ieri ho terminato lo stampo e colato la gomma siliconica. Ho appena finito di separarla dallo stampo e non ne voleva sapere di staccarsi. Forse è meglio usare un distaccante la prossima volta.

I quadratini non sono venuti tutti identici ma non penso sia un problema, visto che le scalanatura vengono fatte anche sciogliendo la pece con il saldatore e non penso vengano dei quadrati più precisi.

Prima di iniziare la lucidatura, vorrei costruirmi il supporto in legno per lo specchio, da usare durante i test. Ho paura che le due viti possano causare un pò di astigmatismo, per questo sono indeciso.

Altra questione: ho provato a creare la fenditura per il tester di Focault utilizzando due lametta, riesco a far venire la fenditura parallela ma non riesco a renderla meno larga di 0,1mm. Ho usato uno spessimetro visto che lo avevo a portata di mano ma a questo punto proverò con il nastro di una cassetta (a trovarla).

Credo non serva il distaccate perché quella gomma è elasticissima e allungabile del 300 o 400% senza rompersi, e l'impedimento alla sformatura è dato solo dalla trama ruvida del legno e dall' altissima definizione della copia dei minimi particolari da parte della resina, che quindi si aggrappa a tutte le asperità riproducendole fedelmente.

(se tu la versassi a coprire un oggettino molto complicato come una statuina, poi potresti togliere l'originale con la elasticità della gomma, e potresti colarne una perfetta copia in gesso, altrettanto estraibile data la estrema elasticità).

Per supporto dello specchio in verticale fino al diametro 400 puoi ben usare 2 appoggi in basso e uno in alto di qualsiasi materiale rigido tipo pure legno senza tema di creare astigmatismo (che sarebbe provocato dal solo esiguo di peso proprio dello specchio nemmeno sottile).

Per regolare la fenditura puoi usare la carta stagnola di alluminio tipo "Cuchi alluminio" che ho misurato ed è spessa 1,2 centesimi di mm (12 micron). E puoi ben metterla doppia che forse va fin meglio, causando meno frange di diffrazione che disturbano la visione.

Tutto bene direi 💪👍

Edited by GiulioTi - 7/9/2022, 16:44
view post Posted: 7/9/2022, 09:47 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (lburti @ 7/9/2022, 09:43) 
...l'altezza dell'oculare la considero un capriccetto anche troppo diffuso, come il tormentone delle stelle puntiformi fino ai bordi...

In effetti il bello della vita, è che ognuno ha la sua filosofia che lo rende disponibile a compromessi che altri possono non accettare.

Concordo per esempio sulla fisima delle e stelle puntiformi (anche se oggi la tecnologia degli oculari ha diffuso la loro correzione), e sul fatto che certamente salire degli scalini è un compromesso obbligatorio per specchi di grandi dimensioni... Ma può diventare fastidioso per specchi piccoli, facili perchè di lunga focale, obbligando a portarsi dietro l'evitabile hardware necessario ad arrivare all' oculare, al quale obbligo ovvierebbero alternative tecnologiche leggermente più complicate.

Vorrei dire al riguardo del semplice che diventa complicato, che, il lavoro che fa John Dobson nel filmato di realizzazione del suo specchio 400F6 appare semplice nei confronti di quel che in realtà pare sofistico fatto da un astrofilo nel grattare il vetro mettendo in pratica quelle semplici 6 regole fondamentali...

Questo è perchè John rimane superficiale dicendo solo le 6 cose il fondamentali indispensabili.

Ma lette o ascoltate quelle 6 cose fondamentali, nella testa della persona che decidesse di provare a cimentarsi, nasceranno dubbi applicativi solo al momento di entrare nel merito pratico del fare quelle cose.

A quei dubbi occorre dare risposte che rendano possibilmente più sicuro il cammino. E queste la dà John ai suoi allievi durante il corso, oppure le può dare qualche altra fonte. Facendo però apparire più complicato il lavoro, come in realtà è la differenza fra teoria e pratica.
view post Posted: 6/9/2022, 22:25 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (lburti @ 6/9/2022, 18:18) 
Giulio, non hai risposto alla mia domanda? E' possibile grattare un vetro almeno alla va là che vai ben, attirandosi le ire dei perfettini del forum, imitando John Dobson e basta? Lorenzo
PS anagraficamente non mi sento di aprire altri fronti... :rolleyes:

La risposta è affermativa, ma lo specchio che si può fare decentemente, è generalmente di diametro minore o uguale come massimo al 400mm.

Perchè per essere facile da realizzare, deve avere un rapporto focale F6 o maggiore (come quello del filmato tradotto di John in Grattavetro che è un 400F6) in modo tale che la sua curvatura parabolica differisca poco da quella dello sferoide generato in sbozzatura.

Il problema è che uno specchio diametro 300 con quel rapporto F6 o maggiore, è già scomodo, perchè probabilmente avrà l'oculare attorno a un metro e 80 dal suolo... (a meno che tu non gli metta il secondario inclinato oltre i 45°... come si dice in "low riding", come ho fatto io col 300F6, dove inclinando il secondario di 69,5° ho abbassato l'altezza dell'oculare di 16 cm).
view post Posted: 5/9/2022, 22:45 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (lburti @ 5/9/2022, 19:02) 
... ma uno come me che mai e poi mai si sbatterebbe con quadratini, sferometro etc etc può grattare un vetro come si vede nel video di John Dobson? Tranquilli, è una domanda solo retorica perché ormai non ho più il tempo anagrafico per imbattermi in nuove imprese, anche se veramente considero grattare un vetro come il massimo della purezza dell'ATM. Lorenzo
PS e ammiro molto Francesco...

Perchè il tuo retroterra è lontano dalla tecnica e manuale, e non hai la voglia o la necessità di doverti cimentare.

Io da perfetto neofita sia in astronomia che in ottica, ci sono stato costretto, trascinato per i capelli da una doppia brutta avventura di due forniture farlocche: La prima fu di un primario+secondario Giacometti affetti da astigmatismo che vedevo nel telescopio come due Giove ben distinti a soli 100 ingrandimenti, e l'astigmatismo ruotava con la rotazione del primario.

Siccome fregato una volta, di Giacometti non volli più sapere nulla, La seconda disavventura, avvenne con l'artigiano francese della ditta ASTAM nel frattempo incaricato della correzione per consegna tre mesi del primario di cui sopra, ma che trascorsi i quali non rispondeva più al telefono nè alle mie e-mail tagliando tutti i contatti con me.

Così facendo però (cavoli!!) andai (col mio camper) a fargli una sorpresina improvvisata direttamente a casa sua, a Viry (un paesino nel Giura francese), per recuperare infine soldi e specchio, che per fortuna avendo il tizio cessato l'attività, non lo aveva nemmeno toccato.

Dico per fortuna perchè nel frattempo, auto-convincendomi che, con quei due scalzacani, quel lavoro di correzione avrei dovuto farmelo da me, avevo quindi studiato si libri indicati nel “Grattavetro” e iniziato a “farmi le ossa” tenendo i diari di realizzazione di un 250F5, e di un successivo 300F5.

Nel frattempo, leggendo alla pagina 263 della mia edizione del libro di H.R.Suiter “star testing astronomical telescopes”, come indicato alla figura 14.8 “a sensitive test of diagonal mirrors and star diagonals”. feci quel controllo ...”all'americana” uno accanto all'altro, fra il diagonale Giacometti e un GSO acquistato nuovo, trovando il primo con una grande ondulazione sul vetro.
Sostituito il secondario Giacometti (che conservo ancora) col GSO, non ebbi bisogno di correggere l'innocente primario giudicato erroneamente astigmatico.

In conclusione: Escludendo i miei mali di stomaco durati per troppo lungo tempo, e le "benedizioni"... inviate a chi se le meritava. Ritengo che con la volontà lo studio e la determinazione, si impara a fare qualunque cosa compreso grattare bene. E si ha una marcia in più se non si hanno timori e se si ha la "pelle dura", il senso della misura critico, e il pensiero guidato da una istruzione scientifica e una certa abilità manuale.

Edited by GiulioTi - 6/9/2022, 00:17
view post Posted: 4/9/2022, 11:08 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (lburti @ 4/9/2022, 10:16) 
Ho capito che il metodo John richiede molta esperienza quello tecnologico ti aiuta sin dal primo vetro. E' questo che intendi?

Si esatto. Ma per sopperire alla mancanza di esperienza dei suoi allievi.
Nella sua semplicità sembra faciloneria, ma per la sua divulgazione, dietro c'è un considerevole lavoro di sintesi per fare "molto col poco" reso facile, capendo e mantenendo salve le sole parti essenziali alla funzione dell'oggetto.

Quella sintesi è un processo evolutivo interessante, che assomiglia moltissimo a "Toro di Picasso", che nella sua prima maniera dipingeva figure con dettagli di tipo fotografico, ma decise a un certo punto, di provare a cercare di semplificare una immagine, scegliendo quella di un toro, per vedere di trovare con quali minimi tratti fosse ancora possibile identificare il soggetto. http://arteperbimbicuriosi.altervista.org/picasso-e-il-toro/

E questo concentrare valide funzioni o concetti in poca cosa, a mio parere si chiama "Bello". Come è bello costruire facilmente un telescopio senza pretese, oppure come è bello leggere una poesia che in pochissime parole suscita nel lettore un pensiero grandioso; oppure ancora come è bella una formula matematica o fisica, in grado di concentrare i pochi segni, dei significati infiniti.

In questo senso quindi, secondo me... :] John Dobson sta bene nella storia assieme a Picasso, Ungaretti, Leopardi, Einstein, Gil Evans... ecc.

Edited by GiulioTi - 4/9/2022, 19:22
view post Posted: 3/9/2022, 22:47 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (lburti @ 3/9/2022, 20:33) 
Rimango esterrefatto di fronte alla sofisticazione tecnologica di Francesco che si professava alla sua prima impresa. Microscopio, per non parlare della graticola, delle bolle, dello sferometro!!!! Ma John Dobson non grattava i suoi vetri ad occhio? Attendo una illuminazione dall'autore o da Giulio.

Ecco le due diverse filosofie:
John Dobson, da spirito appassionato osservatore delle bellezze del cielo quale era, tanto da diventarne missionario divulgatore (ricordiamo il suo invito ai passanti "See the Moon!" sui marciapiedi cittadini"); al fine di riuscire nell'intento di rendere possibile a tutti quella visione, ha dovuto dapprima imparare umilmente l'arte tecnologica complessa "ortodossa" del “grattavetro” di qualità.

Solo in seguito, conoscendo quelle necessarie complicazioni tecnologiche per ottenere un telescopio di qualità, ha potuto realizzare pienamente la sua impresa vittoriosa, eliminando i fronzoli e badando non più alla qualità del telescopio, ma alla qualità della sua idea di rendere il più semplicemente possibile, quelle bellezze fruibili da tutti, senza pretese, a cominciare da coloro che partecipavano ai suoi corsi.

Francesco sta facendo virtuosamente lo stesso percorso iniziale difficile ortodosso di John, come io stesso ho fatto a mia volta prima di lui. E la differenza sta nel fatto che il complicato metodo ortodosso, punta a realizzare delle ottiche di qualità per l'uso che ognuno saprà farne.

Mentre il metodo di Jonh aveva delle mire diverse, per le quali guidava i suoi allievi come si vede nel filmato indicato qui poco oltre, in quanto lui sapeva come traghettarli indenni in operazioni nelle quali, da soli e senza aver conseguito le sue stesse conoscenze ortodosse sperimentali, avrebbero solo perso inutilmente del tempo.

John parlava in modo volutamente “terra terra”, non usando mai i termini tecnici appropriati... Esempio, non nominava i "nanometri" di precisione necessari per l'ottica che ben conosceva, ma diceva che la precisione richiesta dalle ottiche (fatte sotto la sua guida), “doveva essere pari approssimativamente a un millesimo dello spessore della “Saran Wrap”(cioè la pellicola Domopak americana).
Oppure spiegava che "si mette abrasivo in quantità pari al sale necessario per fare le uova strapazzate" (che lui vivendo da solo sapeva bene quant'era, perchè le uova strapazate se le cucinava, mentre ad esempio a me, ignorante di cucina, quella indicazione non avrebbe avuto alcun senso).

Altrettanto non usava il test di Foucault per correggere lo specchio, ma lo star test sul vetro non ancora alluminato, nominandolo però come “lettura della curvatura dello specchio”, spiegando semplicemente dove sommariamente indirizzare le correzioni... (vedi la clip al seguente link per la durata di 3 minuti, a partire dal punto 1h 19', che imposterete nel cursore del tempo, dove John spiega come individuare le aree da correggere dello specchio, semplicemente guardando prima e dopo il fuoco, il riflesso del Sole da parte di un lontano isolatore elettrico, e dicendo che se i cerchi del disco riflesso, fossero più luminosi prima del fuoco, nella parte centrale, vorrebbe dire che lo specchio è troppo profondo al centro; mentre se fosse la parte esterna del disco ad essere più luminosa oltre il fuoco, questa sarebbe troppo piatta.


La clip è tratta dal filmato visibile qui
concernente la realizzazione di un telescopio diametro 400mm F6, con dialoghi da me tradotti in italiano, e fatti recitare in italiano dalla voce di Google. www.grattavetro.it/auto-costruzion...to-in-italiano/

Edited by GiulioTi - 4/9/2022, 00:37
view post Posted: 3/9/2022, 09:01 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (Francescod93 @ 2/9/2022, 21:09) 
Ho capito Giulio. Credevo che dovessero essere meno spessi i quadratini di pece. A questo punto non potrebbe andar bene anche questo stampo? https://amzn.eu/d/59Yk9kw Sono spessi 1 cm ma il lato è di 1,5cm

Scusa Francesco, vedo solo ora questo messaggio.

Per le dimensioni credo di si, anche se la tendenza è di farli anche un poco più grandi dei 2x2cm (come dimensioni di superficie io li ho fatti così copiando dal libro di Texereau). Ho visto per esempio che gli americani li fanno da un pollice 25x25mm o anche poco più, allo scopo di avere meno lavoro scocciante di ripristino delle scanalature e aumento della superficie unitaria di contatto lontana (e salva) da esse.

Il ripristino delle scanalature si fa per evitare che si tappi una di esse a causa del normale schiacciamento della pece nella lavorazione, cambiando così la resistenza dei blocchetti venuti a contatto rispetto a tutti gli altri, con rischio di scavare delle zone.

Nel ripristino delle scanalature, a pece fredda, si corre il rischio di facilissime scheggiature, perdendo il contatto pece-specchio, ma i cui quadretti non vanno sostituiti se non rifacendo l'intero utensile; Mentre a pece tiepida, oppure usando il saldatore, si ha un rialzo dei bordi che nei quadretti piccoli sono in maggior numero, e ti fanno perdere tempo in tutte le pressature necessarie al recupero del contatto su tutta la superficie.

Quindi l'altezza di 1 cm dei quadretti, si riduce già a circa 9mm nella pressione di incollaggio (fatto scaldando con la candela la faccia irregolare di colata delle caramelle, e comprimendola al suo posto con a vista il lato liscio di fondo dello stampo di colata) ed è una altezza precauzionalmente utile a noi grattavetro non professionisti, perchè, con tutte le correzioni degli errori che noi facciamo in maggior numero rispetto a uno del mestiere, corriamo il rischio di dover rifare l'utensile in corso d'opera per abbassamento da usura dei quadretti fino a uno spessore di uno a due mm, potenzialmente pericoloso, perchè in quei momenti vicini alla fine del lavoro, avendo a che fare con gli ultimi pochissimi nanometri di vetro di tolleranza, non abbiamo bisogno che variazioni inaspettate di risposta dell'utensile, ci facciano scavare troppo, obbligandoci ad un "game over", che impone un ritorno alla sfera per ricominciare un nuovo tentativo di parabolizzazione.

I miei quadretti da 1cm, di solito a fine lavoro misurano ancora circa 3mm.

Nel ripristino delle scanalature a freddo alla Texereau (colpettino secco su lama di coltello) le schegge saltano via come delle molle, e tutto dove toccano tiepido si appiccicano, capelli e vestiti compresi; (Oppure peggio, alla Gordon Waite, con la moletta e il Dremel che polverizza):

Meglio rifare le scanalature a secco col saldatore verso il basso sull'utensile in verticale, agevolati dalla rettilineità della disposizione a quadretti.
Oppure col "colpettino alla Texereau" ma in immersione in un catino d'acqua, catturando e recuperando le schegge da rifondere, e senza incorrere nelle "benedizioni" della consorte.

Edited by GiulioTi - 3/9/2022, 10:53
view post Posted: 2/9/2022, 19:14 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
La profondità da fresare sarebbe 10mm. Ottima idea, ti eviti il taglio dei quadretti e il loro incollaggio!
view post Posted: 1/9/2022, 23:09 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
Per quanto riguarda i quadretti di pece, anche a me non piaceva l'idea di colarla sul vetro dell'iutensile(la gugolz 55 fonde a 55 gradi) per poi scanalarla con il saldatore a stagno per piccola elettronica (non volevo rischiare rottura del vetro, che però avrei magari evitato scaldando l'utensile a 30 o 40 gradi a bagnomaria. E non volevo incasinarmi con la carta, come nel filmato).

Sta di fatto che oltre 10 anni fa, comprai un vasetto da 500 grammi di resina siliconica GLS 50 più catalizzatore, della Prochima, che oltre a vendere on line, ha molti rivenditori in giro per l'Italia, vedi il sito Prochima (anche , qualora ti interessasse, per esempio a Taranto nel negozio Coralsea di via COSTANTINOPOLI 33 - Telefono: 0994709405). Resina che ho vuotato a coprire uno stampo matrice fatto in legno, segando un listello 20x spessore 10 in quadretti 20x20, e incollandoli su un assicella quadra di compensato 275x275 bordi compresi, spaziati di 7 mm simulando le scanalature, producendo la matrice per 9x9=81 caramelle di pece 20x20 con spessore 10mm.
Ti metto qui le foto.

(Le ingrandisci 2 volte cliccandoci sopra quì, ed anche sulla immagine già ingrandita)
La resina siliconica (riproduce fedelmente perfino le nervature del legno ne il bordo del compensato):
resina-siliconica-GLS-50
La matrice in legno finita:
Matrice-in-legno-275x275mm
Lo stampo in silicone giallo, molto flessibile e fedele, con dentro le caramelle di pece, colate direttamente dal beccuccio del padellino di fusione (qualcuna gialla di colofonia, e altre di gugolz 55 nera):
stampo-in-silicone-con-pece.

(p.s. Se mi scrivi il tuo numero per whats'app, in messaggio privato, ti mando un filmatino sull'oggetto).

Edited by GiulioTi - 2/9/2022, 09:22
view post Posted: 31/8/2022, 23:45 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (Francescod93 @ 31/8/2022, 20:04) 
...Adesso non se continuare con la 9 micron e cercare di ridurlo ( o peggiorarlo) o passare direttamente alla lavorazione con la pece. Questo cratere è l'unico visibile ad occhio nudo, ho ispezionato la superficie più e più volte ad occhio nudo e non ce ne sono altri, è solo lui il rompi balle. Al microscopio qualche craterino c'è, ma le dimensioni non superano gli 0,02mm ( come gli altri due in basso nella foto), anzi, alcuni saranno probabilmente di circa 0,01 mm o giù di li. Sinceramente non ho voglia di tornare alla 320# solo per quell'unico cratere. Durante la lucidature dite che verrà riempito?

Purtroppo succede. Direi che quel cratere pare stretto e lungo..ed anche sembra con una scheggia alzata che fa ombra??.
Se ha la misura di 20 micron avrebbe le dimensioni della grana 500. E se è attendibile questa vignetta

tempi_lunghissimi-_the-pit

Vedo in alto a destra che i crateri lasciati dalla grane 400 e 600, sarebbero eliminati con 6 ore di lavoro di pece e ossido di ferro ... che è molto meno efficiente dell'ossido di Cerio. Se così fosse.. dovrebbe sparire, con qualche ora di olio di gomito. (Altrimenti pazienza :sick: ).

CITAZIONE (Francescod93 @ 31/8/2022, 20:04) 
Altro dubbio: nel video della realizzazione del 200 f6, prima di iniziare a lavorare con l'utensile con pece, viene detto che a quel punto della lavorazione lo specchio dovrebbe riflettere una luce luce rossa se guardata da un angolo di 45°. Ebbene ci ho provato, ma la superficie non è più riflettente dopo i 30°- max35°... è una cosa di cui tener conto? per questa ragione sarebbe meglio continuare con la 9 e 5 micron prima di passare alla lucidatura?

(Bello lo sferometro stampato 3D)!

Visto che hai le grane 9 e 5 micron, direi che ti conviene usarle.

Il dialogo del video parla del "dopo corindone W6", corrispondente alla grana 800, che misura mediamente da 12 a 14 micron.
Nel dialogo si dice che illuminando lo specchio con una certa inclinazione davanti a una lampadina a incandescenza, si dovrebbe vedere emergere il riflesso del filamento incandescente rosso, poichè asperità lasciate dalla grana W6 (si dice) sarebbero della stessa lunghezza della luce dell'estremo spettrale rosso (che noi sappiamo essere di lunghezza d'onda 700 nanometri). Il discorso non fa una piega, se non che, i crateri lasciati dalla 800 sono (12^-6/700^-9) = 17 volte più grandi... e il riflesso penso potrebbe non esserci, o a mio avviso avvenire solo aiutato bagnando la superficie riflettente.

L'unica tabella comparativa delle grane W, che o abbia mai trovato, è questa tratta dal libro di Jean Marc Lecleire "Realisez votre telescope", a sua volta proveniente da un introvabile documento della G.Kluyskens Company inc, (come scritto a fondo pagina).

Tutte le grane finissime, dove non può più essere usato un setaccio di rete "Mesh", hanno una dimensione del chicco che va da un certo valore ad un altro. Quindi i crateri più grossi del dovuto, sono anche provocati da quella approssimazione, che un tempo con la sedimentazione non c'era..ma ci voleva tempo pere cambiare recipiente scartando i depositi più veloci.

A bordo pagina destro io ci ho scritto a biro nera i minuti di elutriazione (sedimentazione)...altro sistema arcaico ma buono, semplice a zero tecnologia, per avere la certezza di uniformità dimensionale della grana sedimentata.

grane_abrasive_w_in_micron

Edited by GiulioTi - 1/9/2022, 01:14
view post Posted: 31/8/2022, 08:52 L'arte di collimare - Parliamo di ottica
In effetti il problema del web è che chiunque scrive qualunque cosa pur di scrivere, e chi legge non potendo valutare le attendibilità che sono certe invece su un libro, rimane effettivamente disorientato, e le notizie fondate e infondate però sui forum non rimangono e si perdono subito.
l'andreelli (“L'astronomo dilettante” di Paolo Andreelli del 1968) o il Luigi Ferioli "Appunti di ottica astronomica", ambedue datati ma reperibili nell'usato)

Pure interessante è questo filmato di Luigi Ferioli sul suo libro del 1987:


Edited by GiulioTi - 31/8/2022, 10:17
view post Posted: 30/8/2022, 23:14 L'arte di collimare - Parliamo di ottica
CITAZIONE (Anaximandros @ 30/8/2022, 16:58) 
... Spero di riuscire a trovare la posizione corretta della vite centrale, perché, più leggo, più incontro contraddizioni: chi dice che l'offset è quello che si regola con le 4 razze, chi dice che devono essere equidistanti, chi dice che lo specchio deve stare un po' spostato in giù... Chi dice che l'offset è quello dato dalla vite centrale... Chi dice che lo specchio deve stare centrato, chi dice che addirittura NON PUÒ stare centrato... Povero neofita! 😅

Per capire come funziona l'offset del secondario newton, occorre ragionare su un disegno. Per esempio questo:

Un clic sopra per ingrandire a leggibilità. Ma meglio stamparla per individuare gradualmnte le parti trattate.
ESEMPIO-DI-OFFSET

Per semplicità descrittiva nel disegno si vede la zona dello specchio secondario (non tenendo conto del discorso progettuale del "campo di piena luce" desiderato al fuoco, che in questo caso è puntiforme, al vertice del cono di luce, in alto dove si uniscono le due tratteggiate gialle, provenienti dal bordo riflettente del primario).

- Lo specchio primario non visibile, si trova in basso.
- Dal suo centro, alla profondità della freccia (la scodella della parabola), sale la linea di asse ottico tratto punto bianca verticale della lunghezza focale (punto più in alto nel disegno).
- Dai bordi del primario salgono le due tratteggiate gialle a cavallo dell'asse ottico, che si congiungono al fuoco, in alto nel disegno.
- La crociera di sostegno dello specchio secondario verde e lo specchio stesso (disegnato un rosso), sono al momento centrati nella cassa del secondario grigia, con raggio 223,5mm (che in questo caso sostituisce il tubo ottico in un dobson a traliccio), anch'essa centrata su quell'asse ottico verticale.

Dobbiamo ora deviare in orizzontale verso il focheggiatore (a destra in colore blu) il fuoco (puntiforme) che sta al vertice di quel cono di luce verticale, ruotandolo di 90° verso destra.

Ruotiamo le due linee gialle del cono di luce nel disegno lungo la circonferenza "di costruzione" tratto punto bianca, facendo perno (nel cerchiettino rosso in mezzo allo specchio secondario) a una distanza arbitraria dal fuoco verso il basso, tale da estrarlo a destra, alla distanza utile per la messa a fuoco di quel che useremo, distanza che normalmente è di circa “mezzo focheggiatore” maggiore del raggio del tubo ottico, che in questo caso è la cassa del secondario.

Ora le 4 linee inclinate tratteggiate gialle del cono di luce, incrociandosi ruotate a 90° al centro dello specchio secondario e al centro del disegno, “delimitano” un trapezio scaleno perchè la loro intersezione avviane su linee inclinate, anteriormente al telescopio più vicine al focheggiatore, e posteriormente più lontane...

L' area compresa in quel trapezio contiene e devia il fascio tondo di luce proveniente dal primario.

Se ora disegniamo una circonferenza puntando il compasso al centro della diagonale del trapezio scaleno (casualmente coincidente col centro specchio secondario) e tangente a tutti e quattro i lati del trapezio scaleno, troviamo il cerchio del cono di luce riflesso (nel disegno Ø67,01mm), che ci indicherà il diametro minimo del secondario da installare, scegliendo però poi la misura commerciale immediatamente maggiore, per non "vignettare" (cioè perdere parte del riflesso) e per non far lavorare i bordi dello specchio piano, che sono sede critica di maggior probabilità di difetto di lavorazione (curvatura per entrata e uscita dell'utensile lucidante).

E arriviamo all'offset:

Un teorico specchio secondario ellittico con asse minore pari a 67,01mm, presenterà (causa trigonometrica) un asse maggiore 1,41 volte maggiore (67,01*1,41=94,5mm) che con quell'asse maggiore riflettente dovrà coprire la diagonale del trapezio scaleno.
Questa misura ci permette di disegnare in rosso lo specchio secondario in diagonale, ben centrato per il momento sul suo supporto posto pendente al centro del tubo del telescopio.

Vediamo però che in quella posizione, l'incrocio dei raggi luminosi gialli allo spigolo del trapezio che sta in alto a destra, più vicino al focheggiatore, avviane con 3,42mm di spostamento fuori posto “Offset” all'interno del secondario, mentre avviene in egual misura "vignettando" fuori dalla riflessione della parte bassa dello specchio, nell'incrocio in basso a sinistra, che sta più lontano dal focheggiatore.

Per premettere al telescopio di riflettere tutto il cono di luce proveniente dal primario, occorre spostare indietro “fuori posto = offset” (disassando in allontanamento dal focheggiatore le razze dello spider vane) ad anche abbassare il secondario (agendo sulla vite centrale del suo supporto) di quello stesso valore dei 3.42mm.

FINE

Vale la pena di ricordare che l'offset è tanto maggiore quanto è corta la focale del telescopio (perchè il cono è molto aperto, largo e basso). Mentre di solito l'offset diventa insignificante per strumenti con rapporto focale F5 e maggiore, perchè il cono è più aguzzo, e l'offset molto minore viene più facilmente coperto da quella misura leggermente maggiorata dello specchio secondario che si installa per non farlo lavorare in riflessione sul bordo.

Sono nozioni non necessarie se si osserva e basta. Ma se si vuole capire da che parte mettere le mani per correggere quel che non va, bisogna leggere libri di ottica per dilettanti e non, almeno come l'andreelli (“L'astronomo dilettante” di Paolo Andreelli del 1968) o il Luigi Ferioli "Appunti di ottica astronomica", ambedue datati ma reperibili nell'usato)


Scrivere queste cose in un Forum equivale a buttare una barchetta di carta in un fiume...Perduta un poche ore nella entropia generale.

Edited by GiulioTi - 31/8/2022, 10:16
view post Posted: 29/8/2022, 17:53 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
CITAZIONE (Francescod93 @ 29/8/2022, 16:30) 
Allora penso i feltrini vadano bene. Comunque sto procedendo con la 15micron, alternando MOT e TOT. Ho completato 15 seccate e penso di farne un'altra decina per sicurezza. Poi mancheranno solo altre poche seccate ( spero) con la 9, 5 e 3 micron, prima di indaffararmi con la pece e l'ossido di cerio. 😊

:b: ...Sei vicino all'inizio della parabolizzazione!
Io nei miei lavori ho iniziato con la pece dopo la grana 800, che ha un diametro medio dei chicchi di 12 micron.
Tu scandendo alla 9 e poi alla 3 micron prima di passare alla pece, avrai meno lavoro di me nella lucidatura, favorita dalle tue grane più fini della mia 800.

Una curiosità:
Io avevo scelto sperimentalmente di fermarmi con gli abrasivi "rotolanti" (cioè liberi di rotolare) alla grana 800, perchè la differenza fra le grane rotolanti e gli abrasivi lucidanti (non rotolanti perchè bloccati dalla pece) è che le grane rotolanti creano crateri che (come del resto succede per tutte le grane abrasive) in modo random possono nascere sul bordo di altri raddoppiando o triplicando quà e la le dimensioni medie (anche se ciò in effetti si dice non crea disturbo all'ottica funale).

A me, dava fastidio quel pensiero, e ho preferito passare alla pece e ossido di Cerio dopo la grana 800 perchè l'ossido di Cerio (essendo il Cerio , Zirconio ed altri lantanidi, metalli delle terre rare, molto reattivi, e , in particolare il Cerio colo suo ossido, oltre a lucidare perchè inglobato nella pece, a contatto con i silicati del vetro, acqua e calore di attrito della pece, somma un effetto elettrochimico che trasporta letteralmente il vetro a livello molecolare, a tappare i crateri, o a ridurli fino a farli scomparire.
view post Posted: 29/8/2022, 15:52 L'arte di collimare - Parliamo di ottica
CITAZIONE (Anaximandros @ 28/8/2022, 22:56) 
Delle tre viti di collimazione del secondario, mi trovo sempre a dover stringere le stesse due e allentare la terza. Sono arrivato al punto che mi fanno male le dita a stringere le viti e la terza è completamente allentata, non influisce più sulla posizione dello specchio. Qualcuno sa dirmi quale potrebbe essere il problema e come risolverlo?

Ciao Anaxi.
Partendo dal principio che quelle tre viti regolano la inclinazione ("scampanamento") del secondario, e siccome se lo specchio primario è ben livellato nella sua cella, quella inclinazione è di assai poco, (in altre parole, non implica nemmeno lontanamente che tu debba arrivare a fine corsa una o più viti) secondo me hai il primario che probabilmente non è livellato, cioè troppo alto da una parte.

E quindi; scartando l'idea )difficile) che lo specchio primario non sia di eguale spessore su tutto il bordo; oppure (più facilmente) che nel trasporto non sia salito fuori dal collegamento con uno dei suoi triangoli di sostegno, devi indagare laggiù, per verificare che non sia già lui ad essere inclinato a causa di un salto fuori sede che lo ha spessorato da una parte, oppure da una vite asimmetricamente troppo avvitatura rispetto alle altre.

Non conosco il tuo telescopio, ma per partire col piede giusto, dovresti portare il primario in piano (svitando le tre viti di un uguale numero di millimetri, portandole tutte e tre all'incirca alla loro metà corsa, che potresti ad esempio vedere da una eguale sporgenza della loro filettatura), e poi fare altrettanto con le tre viti del secondario, e solo da quel momento in poi, iniziare la collimazione definitiva
view post Posted: 25/8/2022, 23:03 Auto-cotruzione specchio parabolico 255mm - Autocostruzione
Il grattavetro è in momentanea manutenzione.
Bene il resto.
L'astigmatismo, con utensile a pieno diametro, nasce solo da ripetizioni multiple frequenti, non casuali, di uno stesso movimento, di direzione, corsa, pressione. Oppure da asimmetria di sostegno sul banco (bene quindi tanti feltrini di un unico tipo , cioè con ugual spessore e consistenza). Oppure ancora, mancata rotazione dei vetri in mano, sul banco e attorno al tavolo.

Non mi pare che tu debba passare al MOT, se non per correggere la freccia.
Con i menischi sottili i problemi sono tanti. E, con specchi non menisco, dubiterei che abbia senso farlo a scopo di prevenire astigmatismo...(ritenendo cioè migliore l'ipotetica pressione o non pressione manuale, invece del supporto dei feltrini...).

Vai avanti così, random, che solo il disordine controllato (detto Caos) è anti astigmatismo...(quando vi è un grande numero di corse che hanno piccola asportazione unitaria, ed entra in gioco la statistica, che elide tutti i piccoli errori di segno contrario).

Secondo me stai andando bene.👍
2642 replies since 19/2/2011