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Ma guarda, penso che dipenda molto dall'astrofilo.
Il livello di esperienza ti può portare a sapere quello che stai facendo con più cognizione di causa, ma non è detto che questo velocizzi qualche processo. Per diverse ragioni. Cambio di setup, che vuol dire camera, strumento, software... Cambio di soggetto. C'è chi per propensione personale sa elaborare meglio galassie di nebulose o viceversa. Voglia di imparare nuove tecniche. E giù a muovere pulsanti diversi con, magari, software diversi. Poi c'è la tipica indecisione "la faccio più così o la faccio più cosà?". Da qualche anno c'è Pixinsight che ha un po' rivoluzionato l'aspetto elaborazione. In meglio, ovviamente. E' un software che non conosco personalmente ma che mi pare permetta, a chi sa usarlo appieno, di avere un controllo più efficace negli step elaborativi. Quando elaboravo il deepsky (non ho mai raggiunto lo status di "esperto", anche perché l'elaborazione mi annoia terribilmente) ho avuto confronti molto costruttivi con tanti astrofotografi esperti. E tutti hanno sempre detto che c'è da perdere il tempo che ci vuole per far uscire l'immagine finale. Un esempio calzante me lo diede uno abbastanza famoso (e bravo) che perdeva le ultime due ore davanti al monitor per decidere se farla (appunto) un po' più gialla o un po' meno gialla ma con una punta di blu e bla bla bla.... Insomma, credo che il tempo di elaborazione dipenda dalla pignoleria di ciascuno di noi e dal metodo acquisito. Io sul colore non sono ancora così sicuro ci siano procedimenti elaborativi standardizzati al di fuori del metodo G2V. Però, ripeto, le mie nozioni risalgono a un era pre-pixinsight... |