CITAZIONE (davidem27 @ 26/10/2018, 11:19)
Secondo me vuoi trovare un metodo generico per relazionare due parametri che vada bene per qualsiasi oggetto. E questo non è fattibile per tutti gli oggetti.
Rischi di rimanere in un cul de sac.
Man mano che ci ragiono metto a fuoco meglio il problema.
L'idea iniziale era di resettare il piano osservativo della nottata in base alle letture SQM:
- ho valori ottimi: mi concentro su un set di oggetti al limite
- ho valori scarsi: mi concentro su altre situazioni meno critiche
La scorsa estate, per dire, mi sono reso conto di disporre di un cielo dalle caratteristiche superiori alla media, e mi sono messo a cercare due galassiette cavaocchi che non ero mai riuscito ad individuare, trovandole.
Quello che mi piacerebbe poter fare è una classificazione degli oggetti che mi consenta di stabilire a monte quanto critica sia la relativa visibilità. Di norma mi muovo con mappe da diverse decine di oggetti l'una, e mi butto a cercarli tutti. Se però avessi modo di scremarli in base alla qualità del cielo, perderei meno tempo a cercare, e non trovare, o vedere malissimo, quelli inadatti alla specifica nottata.
Nel frattempo mi sto chiarendo altri fatti.
CITAZIONE
Non mi meraviglio di trovare valori oltre i 22. Chi ha assunto che un cielo nero nero nero ha una magnitudine per arcosecondo quadro di tale valore?
Se non sbaglio ci sono studi parecchio antecedenti all'introduzione dell'SQM da parte di Unihedron che affermano ciò, ma il valore di 22 è tarato su misurazioni fatte col filtro di Johnson, tarato sulla frequenza di 555nm.
Mmmmhhh...
Mi è appena venuto in mente perché la fotografia riesce a tirare fuori zone nebulari che l'occhio non vede: i sensori non hanno i bastoncelli. Quello che in fotografia è nero, resta nero. Nelle nostre retine diventa grigio.
Altra questione: a far apparire nero il cielo è il contrasto con le stelle. In Croazia ho potuto osservare oggetti a latitudini molto basse, con IL molto ridotto. Ebbene il cielo, misurato con SQM-L 21,6, appariva più chiaro di quello allo zenit, misurato 21,4. Questo, IMHO, perché allo zenit c'erano molte più stelle a creare contrasto. A basse altezze le stelle erano pochissime e fioche, e la retina tirava fuori la luminosità di fondo con più facilità.
Continuo a ragionarci su (a tempo perso, che ho molto altro da fare)
Edited by Marcopie - 26/10/2018, 13:09