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| In astrofotografia sono finora stati ritenuti vantaggiosi telescopi rifrattori, sfruttando la lunga esposizione, la grande tacca di diffrazione, la conseguente poca sensibilità alla turbolenza atmosferica. che "fa vedere" molto poco, ma integra ugualmente in una immagine a lunga posa quel che visualmente finora non è stato possibile vedere.
In osservazione visuale, l'occhio non integra alcunchè, e i dettagli vendono fuori esponenzialmente solo con l'aumento del diametro dell'obiettivo invece del tempo di esposizione. Ovviamente con una tacca di diffrazione molto più piccola, il potere risolvente aumenta, e aumentano anche i dettaglia visibili. Ma come conseguenza aumenta anche il disturbo della turbolenza, specie quella creata dalla massa calda dello specchio, che deve essere governata dalla acclimatazione.
L'uso di un dobson motorizzato apre un universo nuovo non solo alla fotografia astronomica (basta vedere i risultati di Filippo Scopelliti col suo dobson in questo stesso forum), ma anche alla astronomia visuale assistita dall'elettronica, che grazie alla grande sensibilità degli odierni ZWO ASI C-MOS, sono in grado di rendere visibili su uno schermo in pochi minuti, i dettagli fotografici di una galassia, integrando in tempo reale molte immagini di brevissima esposizione, in una immagine aggiornata ogni secondo che passa.
Quindi gli astrofili che spendono capitali per fare quel che vogliono, fanno bene e sono contenti. Ma visti da fuori sono tradizionalisti che a caro prezzo si accontentano di quel che sanno fare e hanno sempre fatto.
L'importante comunque è mai denigrare chi si accontenta e guarda al passato, e neppure chi non si accontenta guardando al futuro.
(però i rosicamenti fanno parte della natura umana in qualsiasi campo. Dai No-vax ai No dobson).
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