Dobsoniani

NAC 2512 - Newton ad Alto Contrasto

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view post Posted on 26/11/2023, 12:46
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Spiral galaxy

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CITAZIONE (YOR @ 26/11/2023, 12:29) 
Tutto sovradimensionato rispetto al diametro dello specchio. Il motivo della scelta ricadde su alcune considerazioni che lessi nella letteratura tecnica di allora, in cui si affermava che le correnti termiche all’interno del tubo ottico tendono a salire primariamente lungo le sue pareti e, pertanto, si suggeriva un dimensionamento adeguato al fine di lasciare il fascio ottico conico quanto più libero possibile da queste interferenze. I quattro lati avevano uno sfiato superiore ciascuno con una feritoia dove si inseriva la sezione apicale del tubo porta secondario.
Poiché il NAC aveva la natura di telescopio sperimentale, non esitai più di tanto e non volli lesinare sulle misure. Adesso, non so se le argomentazioni accennate fossero elucubrazioni astrofile, mero empirismo o calcoli apodittici, però io non ricordo di aver avuto effettivamente mai problemi con la turbolenza interna, ottenendo inoltre un ottimo isolamento dall’irraggiamento termico del suolo circostante.

La cella dello specchio faceva riposare l’obiettivo su nove punti flottanti, forse eccessivi per un vetro spesso oltre 40mm.

il sovradimensionamento della larghezza delle pareti rispetto al diametro dello specchio è una cosa che vale soprattutto per tubi in metallo nei quali lungo le pareti si forma uno strato d'aria di solito più freddo che potrebbe deformare il fronte d'onda , ma per pareti in legno credo proprio che non sia una cosa indispensabile : mai visto termiche da tubo nei miei dobson autocostruiti

Per i punti d'appoggio dello specchio effettivamente con 40mm di spessore basterebbero 3 punti magari messi al 40 % del diametro
 
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view post Posted on 27/11/2023, 20:05
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CITAZIONE (YOR @ 24/11/2023, 22:03) 
... Lo spessore del compensato di betulla dev'essere però di 4mm per rientrare nei calcoli; la struttura scatolata ha una rigidità molto grande...

Che formule utilizzi per fare i calcoli strutturali, sono interessato anch'io ad una struttuta "scatolata".
Grazie mille!
 
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view post Posted on 27/11/2023, 22:31
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Salve Vesna71,
le strutture scatolate sono a mio avviso le migliori: evitano la ferraglia, isolano molto bene da luce, calore e umidità esterni e danno quel tocco d'epoca che non guasta. Naturalmente in questo caso prioritaria non è la trasportabilità, nella quale le sagome a tralicci sono vincenti, com'è ovvio.
Posso fare riferimento alle classiche formule per calcolare le leve come si evincono dai documenti che suppongo anche qui su Dobsoniani saranno stati elaborati o tradotti. Tra i manuali di riferimento c'è pure The Dobsonian telescope ,David Kriege; Richard Berry, Willmann-Bell, 1st English ed, 1997, che senz'altro conoscerai. Poi aggiungo l'elemento empirico sul campo: per il Nac posai fisicamente il tubo finito su un asse metallico e calcolai il punto di equilibrio; non andò così male se pensiamo che dovetti aggiungere solo un disco da due chili per equilibrare un tubo completo che ne pesava quasi sessanta e che sarebbe stato montato dapprima su culla equatoriale Yoke e poi, nella seconda serie, sulla montatura altazimutale che vedi in foto. E tutto su cuscinetti a sfera.
La scelta dello spessore delle pareti, come per il futuro NAC Leggero, parte dallo sviluppo del peso massimo che voglio sviluppare per il tubo scatolato: cerco di stare all'apice della leggerezza in relazione al limite della rigidità possibile: con la leva che svilupperà sarà assai semplice correggere un sovrappeso della base che, per l'appunto, dev'essere volutamente molto più elevato vuoi per tale ragione, vuoi per una questione di stabilità.
Da evitare il compensato marino!

Edited by YOR - 28/11/2023, 06:33
 
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view post Posted on 28/11/2023, 20:50
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Lorenzo Burti

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Fantastico!
 
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view post Posted on 30/11/2023, 22:32
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Grazie LBurti.
 
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view post Posted on 2/12/2023, 15:27
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Le montature a supporto del tubo ottico: NAC prima versione - Equatoriale all’inglese (Yoke Mount).



Per un tubo così lungo e sovradimensionato occorreva un supporto adeguato e che consentisse pure un inseguimento equatoriale dell’oggetto osservato. Esclusi a priori la montatura alla tedesca per ovvie ragioni di dimensioni e di costi per me proibitivi. Ancora una volta il prezioso manuale Amateur Astronomer’s Handbook fu una risorsa illuminante per le possibili alternative. Tra queste, quella a forca che avevo molto apprezzato con il mio Schmidt-Cassegrain si rivelava qui poco pratica per gestire le dimensioni del tubo ottico; vi era poi un aspetto di tale soluzione meccanica che non mi è mai piaciuto: il fatto che l’asse polare gravasse solo su un punto di appoggio rendendo il sistema perennemente sotto sforzo. Meglio optare per una struttura che ponesse in riposo l’asse su due punti di appoggio; la soluzione? Montatura all’inglese.
Le alternative in gioco erano sostanzialmente tre:

• montatura a culla (Yoke);
• montatura ad assi incrociati (English modified), una sorta di montatura alla tedesca ma assai più stabile;
• montatura a culla aperta, detta anche a ferro di cavallo (Horseshoe oppure Open Yoke), tipo telescopio Hale a Monte Palomar.

Fatti i dovuti conti la scelta cadde sulla prima, la Yoke classica. Molteplici erano i vantaggi ma con un limite che in un telescopio tuttofare potrebbe essere insuperabile, ossia l’impossibilità di accedere all’osservazione prossima al polo nord celeste; per uno strumento planetario, tuttavia, esso era praticamente irrilevante.
Questo tipo di strutture di solito richiede due supporti murari sui quali agganciare gli assi polari nord e sud; non avendo però io una postazione fissa perché allora abitavo in città e in un appartamento con una piccola corte interna, dovevo escogitare una struttura leggera, robusta e che potesse essere in qualche modo riposizionabile. Ancora una volta il benedetto legno fu la soluzione.
Naturalmente la lunghezza focale determinava misure ed ingombri e ciò resta sempre il fattore con cui fare i conti; è mia opinione che in astronomia osservativa non ci siano scorciatoie: se si vuole ottenere qualità senza portare le ottiche a lavorare in condizioni insoddisfacenti occorre rinunciare alla compattezza. I Newton cessano di dare problemi ottici oltre F/D 7, diventando eccellenti oltre F/D 10 così come i rifrattori diventano arnesi prîncipi per i pianeti e le doppie solo oltre F/D 15. Non ho mai amato gli strumenti castrati (Newton F/D inferiori 4 o lenti F/D inferiori a 12), e le esperienze osservative sul campo mi hanno sempre convinto in tal senso.

La culla fu realizzata in scatolato per questioni di tempo: la fabbricazione delle parti in metallo - dal bronzo al ferro - la delegavo ad un anziano tornitore/saldatore in pensione, il Signor Aldo, che aveva un locale sotto casa, in una di quelle stradine del centro storico di Teramo, in cui si dilettava ad eseguire piccoli lavori a tempo perso. L’avevo conosciuto qualche anno addietro andando alla ricerca di chi potesse realizzare una colonna in metallo su cui montare il Meade 2080. Presto si appassionò al progetto e vi dedicò entusiasmo ed ingegno. Ricorderò sempre il suo aspetto austero, lo sguardo bonario, l’onestà comune agli artigiani italiani di un tempo: lavoro e bravura ad un costo ragionevole, altro che lo sbandierato odierno made in italy (con la “i” oggi necessariamente minuscola), che viene, a torto o a ragione, disintegrato per qualità, genialità e prezzo dal grandissimo popolo cinese.

Nelle fotografie allegate è possibile vedere un bozzetto progettuale ed il prodotto finito (prima versione), in fase di assemblaggio durante il pomeriggio della tanto sospirata “prima luce”, come si dice in gergo.
L'esperimento, anche a detta di amici e conoscenti presenti, fu un successo e sebbene mancassero ancora frizioni e altri acceessori per stabilizzarlo, il telescopio NAC aveva iniziato a dare i primi vagiti auspicati. Tutti vollero arrampicarsi sulla ripida scala a pioli per guardare dentro quello strano arnese che ricordava certi lanciatori terra-aria antimissile di allora.

Attached Image: NAC 2512 Bozza montatura equatoriale Yoke

NAC 2512 Bozza montatura equatoriale Yoke

 
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view post Posted on 2/12/2023, 15:30
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NAC 2512_Equatoriale Yoke

Attached Image: NAC 2512_Equatoriale Yoke

NAC 2512_Equatoriale Yoke

 
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view post Posted on 2/12/2023, 15:35
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NAC 2512_Equatoriale Yoke_2

Attached Image: NAC 2512_Equatoriale Yoke_2

NAC 2512_Equatoriale Yoke_2

 
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view post Posted on 2/12/2023, 16:22
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Fantastico, mi piace molto leggere la storia del tuo progetto.
 
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CITAZIONE (JohnHardening @ 2/12/2023, 16:22) 
Fantastico, mi piace molto leggere la storia del tuo progetto.

La ringrazio Mr. John,
per me è un'occasione di condivisione e di ritorno al passato con la memoria, recuperando piccoli ricordi sopiti. La saluto cordialmente.
 
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view post Posted on 6/12/2023, 17:11
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E' praticamente un razzo, nel vero senso della parola.

Merita un grande plauso.
 
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view post Posted on 7/12/2023, 19:39
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Intermezzo



La mite primavera del ‘92 trascorse per me leggera tra gli intensi profumi di tiglio in città, i batticuori della verde etade, gli esami all’università. La frenetica attività invernale per la costruzione del telescopio aveva lasciato una stanchezza mentale non indifferente, oltre all’impegno fisico che mi aveva visto più di una notte attivo “nella chiusa bottega alla lucerna”, a costruire le parti dell’agognato strumento. Vi era poi un dettaglio di non poco conto: avevo costruito la nave ma ero privo del giusto mare dove farle solcare le onde elettromagnetiche. Tuttavia non c’era più tempo ed occorreva tornare con i piedi ben saldi sul pianeta. Le oscure nubi che in quell’anno si addensarono sulla nazione non aiutarono di certo a sognare e ben altre stelle avemmo e avremmo avuto sopra l’orizzonte.

Il primo semestre del 1993 mi vide poi all’estero per un periodo di studio in quel giovane programma di mobilità studentesca nato appena un lustro prima, giungendo nella città austriaca in cui Keplero insegnò matematica, Graz. Neanche a dirlo e senza intenzione, la mia abitazione si trovava in Keplerstraße! Insomma, in molte circostanze della mia vita, l’astronomia quando usciva dalla porta rientrava ora da una finestra, ora da una cupola e lo faceva sempre in maniera indiretta, all’apparenza casuale, quasi per non disturbare le vicende principali ed in modo sottile, così leggero che solo quando ci ripenso e alla distanza, leggo adesso il quadro intero.
In uno di quei pomeriggi stiriani in cui la prematura chiusura pomeridiana dei negozi coincideva con l’immediata desertificazione del bellissimo centro cittadino, in qualche pausa vuota tornai a pensare al NAC. Cercando tra le carte del fascicolo dedicato allo strumento qualche giorno fa ritrovai uno di quei bozzetti relativi ancora all’idea della motorizzazione della montatura Yoke. Ma proprio a partire dal 1993 e con le conseguenze durante il 1994, una cometa avrebbe cambiato i miei progetti e l’allestimento futuro del telescopio, trasformandone struttura e destinazione.

Attached Image: NAC 2512 - Appunti

NAC 2512 - Appunti

 
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view post Posted on 8/12/2023, 13:06
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E' veramente un piacere leggerti, mi sta tornando la voglia di costruire... :rolleyes:
 
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view post Posted on 8/12/2023, 16:57
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CITAZIONE (vesna71 @ 8/12/2023, 13:06) 
E' veramente un piacere leggerti, mi sta tornando la voglia di costruire... :rolleyes:

Grazie Sig. Vesna71, è un piacere per me condividere questi brevi ricordi.
Se l'argomento tecnico suscitasse un certo interesse progettuale per questo tipo di telescopi Newton, si potrebbe poi pensare ad una sezione intitolata: i Leviatani (lungofuochisti senza vertigini)!
 
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view post Posted on 17/12/2023, 21:53

Matteo Pian

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Ma che spettacolo!!!! Bellissimo strumento e bellissimo racconto!!!
 
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