| ||
Concordo pienamente, è un fatto culturale. Ho un caro amico che vive da anni a Sophia Antipolis nell'entroterra della Costa Azzurra e mi dice che è tutto un altro modo, rispetto al natìo Abruzzo, di concepire l'illuminazione notturna, l'urbanistica in generale e il rapporto uomo-ambiente. Certo ci vive parte dell'elite culturale del paese transalpino e il seeing locale è eccellente ma questo non basta a spiegare il pullulare di cupole sulle montagne a nord dell'insediamento.
Noi mediterranei abbiamo un altro rapporto con l'ambiente, lo percepiamo come alieno e abbiamo l'ossessione di dominarlo e trasformarlo a nostro piacimento e in particolare a nostro guadagno. Abbiamo una vera ossessione per l'illuminazione notturna che porta la gente a vederla sempre come insufficiente anche dove i livelli sono smisuratamente maggiori del necessario; la forte percezione della criminalità che infesta molte zone, soprattutto la mia, di tipo prevalentemente predatorio, aggrava il problema. E solo dall'UE potrebbe venire la soluzione per quanto le istituzioni europee siano state rese oggi molto impopolari nelle pubbliche opinioni (certo qualche errore lo hanno commesso). Se con un intervento del legislatore UE (improbabile coi tempi che corrono) voi padani avete qualche concreta speranza di migliorare, noi quaggiù, portatori di una mentalità mediamente più insofferente a simili regole e dunque incline a violarle o comunque ad aggirarle in qualche modo, non abbiamo scampo. Il nostro cielo morirà nel giro di un paio di decadi. Ma sono discorsi fatti E dal momento che sono discorsi fatti o qualcuno tira fuori il coniglio dal cilindro o dobbiamo farcene una ragione e rassegnarci come in effetti ho fatto io. |