Altra cosa interessante nel progetto di un'obiettivo Newton (ma anche non solo Newton), è l'effetto complicante che potrebbe avere, lo scegliere di dimensionarlo a poter riflettere le lunghezze d'onda più corte di quella giallo verde, appartenenti ai colori verso il blu-violetto...che sono i colori visibili solo in fotografia, che passerebbero solo realizzando una qualità ottica con un rapporto lambda a due cifre.
Come esempio metto il foglio dati relativo alla costruzione del mio 250F5:
250F5Andamento_ritocchi_da_1_a_16_in_formato_A3.xlsIl foglio di lavoro di Excel allegato è quello a cui fare riferimento per quel che descrivo.
Quel foglio costituisce il “software” che finora ho utilizzato nei miei grattamenti di specchi verificati con il test di Foucault, e specificamente riguarda la realizzazione dello specchio 250F5 del mio dobson a valigetta.
E' il metodo che preferisco agli equivalenti software di grande diffusione, perchè l'ho capito bene....e io sono un “duro San Tommaso” per natura.
Naturalmente quel foglio non è “farina del mio sacco” ma è (onore al merito) di Pierre Strock, descritto nel suo sito francese.
Per vedere cosa succede cambiando ad esempio lunghezza d'onda di riferimento, occorre una breve descrizione di quel che si vede nel suo interno.
In casella H4 si nota che per prima cosa bisogna inserire la lunghezza d'onda di riferimento per l'obbiettivo, che qui avevo scelto in 560 nanometri, e che determina in casella H5 un diametro di 3,4 micron per la tacca di diffrazione
Si nota quindi In casella F26 rapporto picco valle definitivo dello specchio terminato, che è risultato lambda/11,9
Nel grafico a sfondo arancione, che ha sull'asse verticale (che va da -100% a zero e a +100%) è indicato Il raggio della tacca di diffrazione, e la linea spezzata verde indicata dove vanno a cadere le riflessioni delle mie 6 zone. Tutte comunque DENTRO la tacca. (per ipotesi, un ottica perfettissima sarebbe rappresentata dalla retta di tutte le zone in fila allo zero%).
Nel grafico a sfondo verde, è mostrata la metà destra dello specchio, il cui centro è a sinistra e il bordo (rialzato) è a destra, come indica la spezzata nera che rappresenta l'andamento della superficie grattata, che è compresa fra le due linee; quella superiore rossa che rappresenta la posizione del picco; e inferiore verde che rappresenta la posizione della valle.
Nel grafico a sfondo azzurro si vede di quanti nanometri di vetro sarebbe ancora possibile "abbassare" grattando nella alta zona del centro (a sinistra) ed anche un poco al bordo, per far schizzare in alto ulteriormente il denominatore del lambda e la qualità ottica.
Infine nel grafico a sfondo giallo che sta in alto a destra, si vede la “tromba” limite delle tolleranze, molto ampie al centro specchio (che sta a sinistra) e sempre più ristrette al bordo specchio (a destra). Anche qui uno specchio perfettissimo mostrerebbe una linea orizzontale al centro della “tromba”.
Se ora provate a sostituire in casella H4 il valore 560 della luce giallo verde, col colore 400 della luce violetta, otrete notare che cambia tutto in peggio...Sia la tacca di diffrazione che diventa più piccola, che il lambda che regredisce con l'allontanamento delle due parabole rossa e verde nel grafico “verde”; ed anche il bordo specchio che non riflette più detro la tacca di diffrazione con la sua zona più critica e importante, che è il bordo.
Quindi tutto mostra che per far passare i colori azzurro e blu (pur se non percepibili dall'occhio...ma ben percepibili in fotografia...) quello specchio non sarebbe ancora terminato.
Purtroppo il test di Roddier non è possibile utilizzarlo per realizzare gli specchi ma solo per giudicate il telescopio nel suo insieme. Tuttavia un telescopio ottimo ha una primario il cui alto lambda è in grado al Roddier di assorbire anche eventuali "difettini" del secondario.
Chiedo scusa della chiacchierata.....un poco troppo tecnica. Forse più ..da “cuochi” di astronomia, che non da utenti di quel ristorante.
Edited by GiulioTi - 15/2/2021, 11:54