CITAZIONE (GiulioTi @ 11/9/2021, 17:13)
A Marettimo dove ti piazzi ad osservare? Li si che è un posto da telescopio in zainetto. (Ci sono stato oltre 20 anni fa, come a Filicudi e Levanzo, solo di passaggio).
Impresina anche Marettimara. Ho convinto Fausto, il patron del residence dove alloggio a dare finalmente sfogo al mio 10", dopo anni che lo porto e con lui osserviamo i pianeti e quelli oggetti che si possono osservare dal lato paese, inquinato dalla costa siciliana e disturbato dai fari del molo, a dargli sfogo, dicevo, portandolo dall'altro lato. Così ha ingaggiato Matteo che ha un grosso 4x4 per avventurarci sul pauroso tratturo della Marina Militare che mena al faro, abbandonato al destino degli elementi da decenni. Inimmaginabile! Si è aggiunta Laura della segreteria e quindi, stipato il dob nello stretto spazio dietro i sedili posterioi, ci siamo inerpicati in tempo per raggiungere il punto di osservazione in coincidenza con il tramonto della Luna previsto per le 23:30 (i giorni precedenti sono stati vanificati da foschie e nuvole serali). Un paio di tornanti della salita da paura richiedono manovre anche ad una jeep. Raggiunta la sommità, sui 200m di quota, la strada corre lungo la montagna con modesti saliscendi fino al faro che si trova a circa metà lunghezza dell'isola, ad una cinquantina di metri sul livello del mare. Massi anche in centro strada, se la vogliamo chiamare così, ci ricordano che la stiamo percorrendo a nostro rischio e pericolo. Davanti al faro, a picco sul mare, una grande terrazza, la luna, rossa, è ad un pelo dall'orizzonte. Scarico il dob (che si è preso un bello sconquasso per tutta la strada! La collimazione sarà quella che sarà) e puntando a zero, in ginocchio, ci godiamo la Luna al primo quarto rossa che più non si può. Qualche Oh! e Ah! di prammatica. Poi questi si ripetono all'osservazione di Giove e Saturno. Il faro è uno di quelli grandi: si narra che nelle giornate terse si scambi i fasci con quello di capo Spartivento, nell'estremo sud della Sardegna. Dalla grande lanterna escono a due a due quattro fasci che fendono il cielo ma senza disturbare. Tiro fuori l'Unihedron e testo lo zenit nell'intervallo più lungo tra i fasci: 21,60...però! Alcune meteore contribuiscono a rendere l'atmosfera magica, la luna rossa si tuffa in mare, il silenzio è accompagnato dallo sciabordio nella baia più sotto, l'aria è ferma, il buio, giusto... e diventa poco dopo adatto a mostrare ai compagni beh, si incomincia dalle costellazioni che punto con il laser. Scorpione è già sotto, il Sagittario immerso nella debole foschia, ma c'è il Cigno e ne approfitto per mostrare Albireo, la Lira e poi tutta la saga di Perseo e Andromeda e gli irresponsabili genitori, la Balena... La Polare e il carro minore... e poi qualche DSO. M13... viziato dal 20" a Linosa rimango un poco deluso, ma mi rifaccio stupendo i compagni con i numeri delle stelle che lo compongono; M11, lo stormo d'anatre dell'ammiraglio Smyth e la Nube dello Scudo. Una planetaria, M57, piccolina perché non ho portato oculari da alti ingrandimenti, essendo una quasi 'pubblica'. La galassia di Andromeda non mi delude neanche nel 10", lo ammetto, e naturalmente delizia i compagni la nota che si osservano fotoni partiti quando ancora l'uomo non c'era. Magnifiche, come sempre, le Pleiadi, che apprezziamo ovviamene meglio nel 10x30 IS che abbiamo al seguito. Mostro qualche altra costellazione che intanto si alza bene nel cielo: Capricorno, Acquario, Ariete e ovviamente il grande Quadrato del Pegaso. Il tempo corre rapido. E' ora di rientrare anche perché per percorrere i pochi chilometri ci vorrà un altro tre quarti d'ora. Ritroviamo l'emozione dei tornanti, stavolta in discesa, e siamo in paese per l'una e mezza. Beh, non abbiamo osservato gran ché, ma l'ambientazione era veramente spettacolare. Sono tutti contenti e questo rallegra anche me.