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| Non vedere i colori degli oggetti astronomici deboli (...neanche con i grandi diametri di obiettivo) è un problema fisiologico normale, perchè l'occhio umano vede i colori con i pochi "coni" recettori (6 milioni ) posti nella "Fovea" al centro della retina, che abbisognano di in certa soglia minima di luminosità per essere rilevati, senza incorrere nell'abbagliamento (troppa luce in poca superficie cancella il colore col bianco*) , avendo i coni anche una maggiore sensibilità per il colore giallo-verde di 550 nanometri di lunghezza d'onda elettromagnetica posta al centro della gamma del visibile, mentre la sensibilità cala verso gli estremi rosso o violetto fino a non vedere più infrarossi e ultravioletti. (se hai notato, un oggetto di colore rosso, all'imbrunire lo vedi presto nero, quando verde e giallo presentano ancora il colore).
Mentre invece l'occhio vede il chiaro-scuro con ben 120 milioni di bastoncelli posti però attorno alla fovea. Da quì viene la pratica in uso per noi astrofili di esercitare la "visione distolta" (cioè "con la coda dell'occhio") sugli oggetti molto poco luminosi come le nebulose e le galassie, per sollecitare i 120 milioni di bastoncelli a vederli, essendo essi 20 volte maggiori.
Si tratta per questi oggetti (quando si è giunti vicino alla posizione dove ci aspettiamo che siano presenti), di fare "un giro" con lo sguardo verso la circonferenza del cerchio nero descritto dall'oculare rimanendo però concentrati a guardare "con la coda dell'occhio" la zona centrale esplorata...Salterà subito fuori il "baffetto" di luce che guardando direttamente è assai più difficile da individuare coi soli 6 milioni di coni. (* Urano visto con un piccolo telescopio è un puntino luminoso dall'apparenza stellare, mentre con un 30 cm è un bel pallino azzurro)
Edited by GiulioTi - 15/1/2021, 09:14
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